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E’ partita, con la proposta della costruzione delle ‘societa’ progressiste’, la sfida culturale e politica dei socialisti, socialdemocratici e laburisti europei alle forze liberiste, moderati e conservatori che guidano la fragile Uione europea con la nefasta politica di austerita’, in vista delle elezioni europee del 22-25 maggio 2014. Abbiamo bisogno di una nuova Europa che parli e dia risposte alle preoccupazioni reali della gente che attende di conoscere le soluzioni per combattere la disoccupazione, soprattutto giovanile: i giovani vogliono un’Europa piu’ giusta, piu’ democratica e sociale ma soprattutto chiedono un vita dignitosa per se’ e per i propri figli. Le persone vogliono risposte adesso, ha osservato il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, presente al Consiglio del Partito socialista europeo che ha riunito a Sofia i 500 partecipanti dei 28 partiti membri di diritto (per l’Italia c’e’ solo il Psi di Riccardo Nencini) dei 19 partiti tra osservatori e associati, oltre ai rappresentanti delle diverse organizzazioni culturali, economiche e politiche, come il gruppo ‘S&D’ del Parlamento europeo di cui fa parte il Partito Democratico. “Le prossime elezioni europee sono la nostra grande occasione per mettere le nostre soluzioni ed i nostri fondamentali valori – liberta’, uguaglianza, solidarieta’ e giustizia – in cima all’agenda europea. Dobbiamo dare vita ad una nuova idea europea e ripristinare la credibilita’ delle istituzioni. I cittadini credono che questa grave crisi non duri per sempre e che una Europa migliore, più giusta e sociale, e’ possibile. Contiamo su di loro: dobbiamo riportare l’Europa ai cittadini, ha spiegato il leader del Pse, Sergei Stanishev. La proposta che caratterizzera’ la campagna elettorale dei socialisti europei riguardera’ la costruzione delle ‘societa’ progressiste’, ossatura del programma fondamentale, basate sui valori della liberta’, dell’uguaglianza, della solidarieta’, della giustizia sociale, una nuova economia che si occupi piu’ delle persone che dei mercati finanziari. E’ il rilancio del riformismo socialista e di quelle riforme di struttura il cui significato e’ stato manipolato e manomesso dai liberisti: il loro obiettivo non e’ il mantenimento dello status quo, ma il cambiamento del modello di societa’. Il capo-gruppo di ‘S&D’ al Parlamento europeo, Hannes Swoboda, ha messo l’accento su “una forte cooperazione” in materia di riforma del settore finanziario. “Dobbiamo combattere i paradisi fiscali – ha detto – Mille miliardi di euro di perdita ogni anno, quando questo denaro dovrebbe essere utilizzato per gli investimenti in posti di lavoro e crescita. I cittadini vogliono i loro soldi indietro”. I leader del Pse e i delegati hanno presentato proposte concrete relative allo sviluppo di “una politica industriale europea” basata sull’innovazione e su una forza lavoro altamente qualificata: invece di competere con le economie emergenti, riducendo i salari e la protezione dei lavoratori, i socialisti, socialdemocratici e laburisti europei puntano ad investire nella “riqualificazione” dei lavoratori per rilanciare la crescita sostenibile e migliorare le condizioni di lavoro per tutti i cittadini europei. Il Consiglio di Pes ha lanciato un appello per una garanzia europea per la gioventu’: Europe’s youth deserves more!

Socialisti europei lanciano sfida ai liberisti: altra Europa e' possibile

E' partita, con la proposta della costruzione delle 'societa' progressiste', la sfida culturale e politica dei socialisti, socialdemocratici e laburisti europei alle forze liberiste, moderati e conservatori che guidano la fragile Uione europea con la nefasta politica di austerita', in vista delle elezioni europee del 22-25 maggio 2014. "Abbiamo bisogno di una nuova Europa che parli e dia risposte alle…

Datagate, Snowden accusato di spionaggio

Edward Snowden è stato formalmente accusato di spionaggio e furto di proprietà del governo. L'accusa contro la fonte delle rivelazioni sul programma di sorveglianza Prism è il primo passo di quella che si potrebbe rivelare una lunga battaglia legale per chiederne l'estradizione da Hong Kong, dove si ritiene Snowden si stia ancora nascondendo in un luogo sicuro, come scrive il…

Come e perché riformare la giustizia (senza l'ossessione di Berlusconi)

Dietro Iraq, Gabon e Togo. I tempi della giustizia italiana secondo il rapporto “Doing Business 2013” curato dalla Banca Mondiale sono imbarazzanti: con il 160° posto sui 185 Paesi analizzati, per la durata singola di una semplicissima controversia di carattere commerciale. Una deficienza strutturale che non solo ha riverberi sulla vita dei cittadini, ma influisce negativamente sul pil del Paese.…

Ecco chi sono e che vogliono i manifestanti che protestano in Brasile

La rivolta in Brasile è allo stesso tempo figlia del benessere e della povertà. A crederlo è lo scrittore e giornalista freelance Maurizio Stefanini, esperto di America Latina. Scrive per diverse testate tra cui Limes, Il Foglio e Libero. In una conversazione con Formiche.net spiega chi sono e cosa rivendicano i manifestanti per le strade brasiliane. Come definirebbe le proteste…

babele politica

Ecco perché l'Italia non rischia il default. Parla Polillo

"L’errore dell’Italia? Uscire dalla procedura di infrazione, avremmo dovuto copiare Francia, Spagna e Olanda", riflette l’ex sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo commentando il report di Mediobanca Securities. E sottolinea che se fino ad oggi “abbiamo ragionato sempre a margine, da adesso in poi servirà affrontare i fondamentali, partendo da quei sei punti che ci ha prescritto l’Europa”. Antonio Guglielmi, in un…

Il Centro guardi all'Europa (dimenticando il passato)

Caro Direttore, non senza stupore sui quotidiani cartacei ho letto fra ieri e oggi fiumi di inchiostro sul rapporto tormentato fra Scelta civica e Udc. Si potrebbe discutere a lungo sulle scelte editoriali della stampa italiana, ma non è questa né la sede né il momento giusto per farlo. Vorrei condividere con te e con i tuoi lettori una riflessione…

Belén Rodríguez, Shakira e Aida Yespica. Latinoamericane amate nel mondo e odiate in patria

Dopo JLo, un’altra diva poco amata in America latina (continente d’origine) è Shakira. Ogni occasione è buona per darle addosso. L’ideatrice del famoso “Waka waka” della Coppa del Mondo in Sudafrica è stata accusata di plagio, perché l’inno sarebbe la copia di “El negro no quiere”, la canzone di un famoso gruppo di merengue di Santo Domingo degli anni ’80,…

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