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Fabrizio Barca si mette in gioco, il nome del ministro da mesi associato a svariati incarici – da quello di possibile premier tecnico a quello di prossimo segretario del Pd – intervistato dal Fatto Quotidiano fa capire di essere pronto ad una esperienza politica vera e propria, con il Pd. Innanzitutto, il ministro risponde così quando gli viene chiesto se farà “il curatore fallimentare” del Pd: “I curatori fallimentari servono quando ci sono aziende fallite, non vedo aziende fallite. Il Pd è un partito, quello a cui corre la mente di una persona di sinistra come me”.

Quindi ha aggiunto: “Credo che dal pantano in cui sta il nostro paese, non solo sociale ed economico ma prima di tutto culturale, funziona solo se riparte un’operazione di squadra. Abbiamo avuto troppi Orazi e Curiazi in questo paese. Sarebbe ben arrogante che una persona che in questo momento non è iscritta a nessun partito pretendesse di ambire a una funziona. Quello che può fare uno come me è mettere sul tavolo un ragionamento: ho esercitato funzioni di amministrazione in diversi luoghi, in Banca d’Italia, in Europa… Non ci può essere buongoverno in questo paese senza la ricostruzione di un partito che incalzi lo stato, che torni a rappresentare la società, in un mondo che è radicalmente modificato”.

Le reazioni nel Pd

Fabrizio Barca è “una risorsa” secondo Giuseppe Fioroni e bisogna evitare di “tirarlo per la giacca”. A chi gli chiedeva un giudizio sull’impegno politico annunciato dal ministro, Fioroni ha risposto: “Ho collaborato a lungo con Barca in ruoli diversi, è una persona capace e competente che ha sempre anteposto l’interesse generale al proprio tornaconto. E’ sicuramente una risorsa per l’impegno politico e se si evita di tirarlo per la giacca è molto meglio”.

Fabrizio Barca è “un ottimo politico” e potrebbe diventare un “punto di riferimento di sinistra” nel Pd. Cesare Damiano commenta così l’impegno politico annunciato dal ministro per la Coesione. “Barca è un ottimo politico, uno dei ministri seri del governo Monti, può essere un punto di riferimento di sinistra”. L’ex ministro del Lavoro parla anche della polemica con Matteo Renzi scoppiata nel P: “L’intervento di Renzi è stato a gamba tesa contro Bersani e anche contro il presidente della Repubblica, è stato infelice”.

Ha aggiunto Damiano: “Mi pare che quello che sta avvenendo è un inasprimento della tensione nel partito, dopo le dichiarazioni di lealtà (fatte da Renzi, ndr) nel passato. Di strappo in strappo, facciamo attenzione al rischio di una scissione. In un momento nel quale viene meno la prospettiva politica, possono prevalere le spinte identitarie, che potrebbero dare l’illusione di maggiore chiarezza di obiettivi e migliore democrazia interna”.

L'alternativa a Matteo Renzi? Si chiama Fabrizio Barca

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