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Acquistare online una mozzarella di bufala locale da un caseificio di qualità, vedendola recapitare direttamente a casa, o il pane di un particolare fornaio, senza extra costi. È l’idea alla base di Local Italy, un gruppo di acquisto 2.0, che valorizza il territorio e che crea un distretto di eccellenze alimentari mettendole in rete.

Local Italy è una start-up lanciata a fine 2010 da due fratelli veneti, Paolo e Marco Frison, rispettivamente 34 e 37 anni, che all’Arancia raccontano la loro avventura. ”Venivamo da esperienze diverse, prevalentemente dal marketing” ci racconta Paolo “e all’inizio l’idea di Local Italy era quella di utilizzare solo il web per mettere in rete le eccellenze alimentari e portare a casa delle persone non solo il prodotto, ma anche l’informazione su determinate eccellenze del territorio”.

In effetti si vede sia la preparazione marketing che la cura dedicata al web. Sul sito c’è tutta la filiera tracciabile, dal prodotto a chi lo realizza: quest’ultimo poi è descritto minuziosamente, è localizzabile con una cartina geografica e mostra il suo ciclo produttivo con un video di ottima qualità.

“Trasparenza è la parola chiave” continua Paolo: sia sulla piattaforma online che nella politica commerciale; il loro business model non è quello di un intermediario che guadagna prendendosi una fetta dei ricavi degli allevatori o dei caseifici che mette in rete. “Anzi, i prezzi sono gli stessi che verrebbero praticati dagli stessi produttori”, ci dice Paolo, e “se la gente decide di andare a comprare direttamente da loro, a noi fa piacere. Il nostro obiettivo infatti è un altro, quello di convincere i clienti a lasciare a casa la macchina e comprare da noi più comodamente online. I prezzi non variano, sono gli stessi”.

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I produttori in particolare sono scelti con molta attenzione solo tra quelli con certificazioni Asl,  preferibilmente a conduzione familiare e possibilmente a ciclo chiuso: cioè quelli che partono dai campi, all’allevamento, al caseificio, per restare nell’ambito dei latticini.

“Spesso le aziende di questo genere arrivano a una scelta obbligata, dovendo decidere tra entrare come fornitrici della grande distribuzione, oppure rimanere piccolissime.  Nel primo caso, sono costrette ad abbassare notevolmente i prezzi, che vengono ‘mangiati’ dai committenti. Nel secondo, rischiano di non potersi ingrandire, perché non sono in grado da soli di promuoversi adeguatamente”, continua Paolo.
LOCAL EATALY SERVE A QUESTO, È UNA VETRINA E UNA RETE PER QUESTI PRODUTTORI: SONO UN CENTINAIO GIÀ OPERATIVI PIÙ UN CENTINAIO “IN PANCHINA”, PRONTI PER ENTRARE NEL NETWORK, TUTTI RUOTANTI ATTORNO AL BACINO DI VICENZA-PADOVA-TREVISO.
Per ordinare la merce basta andare sul sito, scegliere il proprio prodotto e ordinarlo in “cassette” che vengono recapitate a casa.

Ma la piattaforma di Local Italy prevede anche una presenza fisica sul territorio, con i “local point” che sono una sorta di negozi autogestiti dai produttori che aderiscono al network, e che possono così mettere in mostra la loro merce in luoghi riconoscibili. L’idea di Paolo e Marco sta procedendo bene: partita apputno tre anni fa, “è cominciata con una mappatura del territorio, un’analisi di mercato per capire se c’era effettivamente una domanda per questo tipo di servizio e poi un business plan”. I due fratelli sono partiti con capitali propri e a livello societario hanno costituito una srl. Ora hanno 3 dipendenti fissi più una rete du collaboratori che varia da 6 a 10.

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Local Italy, la start up del buono in tavola

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