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“Se domani non passa Marini è la fine del Pd”. Questo tweet del giornalista di lungo corso, Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera, sintetizza quello che molte articolesse cercheranno di spiegare con spreco di battute e di carta.

L’esito dell’assemblea Pd

Si è conclusa con 222 voti favorevoli, 90 contrari e 30 astenuti la votazione all’assemblea del Pd sulla candidatura di Franco Marini. Al voto non ha preso parte Sel.

Le parole di Bersani

La scelta di Pierluigi Bersani, infatti, appare da un lato ragionevole, in vista di un auspicabile governo di larghe intese, e dall’altro azzardata, viste le prime reazioni all’interno del Pd sulla scelta di candidare per il Colle l’ex presidente del Senato, Franco Marini.

La scelta ragionevole

Ragionevole perché su Marini c’è la preferenza del Pdl e, secondo Silvio Berlusconi, anche della Lega di Roberto Maroni. Inoltre esponenti di vertice di Scelta Civica, come ad esempio l’ex presidente della Acli, Andrea Oliviero, sono concordi nel sostenere Marini, a differenza invece di dirigenti di Italia Futura come Andrea Romano.

La mossa azzardata

La scelta di Bersani è invece azzardata se si guardano le prime reazioni che arrivano dallo schieramento di sinistra. E non si parla soltanto della contrarietà sempre più patente all’ipotesi di Marini che arriva da Sel, nonostante un primo informale sì di Nichi Vendola. Si parla anche delle reazioni furiose di Matteo Renzi e dei renziani, delle crescenti perplessità tra i cosiddetti giovani turchi (mentre Stefano Fassina difende la posizione del segretario) e delle plateali titubanze di ex dc come Rosy Bindi che di certo non è una renziana. Senza considerare, infine, le critiche e le ironie che arrivano da Beppe Grillo e dal Movimento 5 Stelle.

Il bivio

Delle due, l’una. O Bersani con il nome di Marini copre un piano B già concordato con Pdl, Lega e Scelta Civica. O Bersani sta commettendo il secondo (dopo il testardo e infruttuoso tentativo di un governo di minoranza sostenuto dall’esterno dai grillini) ed esiziale errore che farà implodere definitivamente il Pd.

L'ultima sfida (mortale?) di Bersani

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