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Sostenuto da un’onda popolare, il nome del giurista Stefano Rodotà è quello che scalda maggiormente la sinistra.
Attorno alla sua figura, gradita a Beppe Grillo (è arrivato terzo alle Quirinarie, le consultazioni sul blog del comico), a Nichi Vendola e a parte del Pd, si sta condensando anche l’opinione pubblica, intellettuale e il mondo un po’ trasversale dei social network, Facebook in testa.
Ma come lo vede la stampa italiana come probabile presidente della Repubblica? Ecco ritratti, aneddoti e curiosità di alcune delle principali testate.

RODOTÀ? È CONTENTO. PAROLA DI GRILLO
Trinceratosi dietro un religioso silenzio, Stefano Rodotà “affida” alle parole di Beppe Grillo i suoi sentimenti, nelle ore durante le quali potrebbe diventare il successore di Giorgio Napolitano al Quirinale.
Dalle pagine della Repubblica di oggi, il comico genovese – che sul suo blog ha dedicato un post alla candidatura di Rodotà – dichiara di aver parlato con il giurista: “Era contento come un bambino, perché la Rete ha pensato a lui. Metterà d’accordo tutto e tutti”.
Il feeling con il Movimento 5 stelle e parte della sinistra nasce – ricorda il quotidiano – per l’impegno di Rodotà sui temi etici, dei nuovi diritti e dei referendum sui beni comuni.

LE ORIGINI ALBANESI
Sempre il quotidiano diretto da Ezio Mauro dedica a Rodotà un ritratto che ne racconta le origini calabresi dove è possibile risalire alle antiche radici albanesi della sua famiglia. “Come denota il suo cognome e quella a finale accentata, il giurista nato a Cosenza nel 1933 discende da una famiglia arbereshe, una delle tante arrivate nel Mezzogiorno italiano fra il ‘400 e il ‘700 sotto la pressione dell’espansione turca”.

LO STRAPPO CON PANNELLA
Laureatosi nel 1955 in giurisprudenza, Rodotà muove subito i primi passi nel Partito radicale che nel 1970 gli offre una candidatura in Parlamento Il giurista però rifuta, scegliendo di candidarsi come indipendente nel Partito comunista.
Pannella – scrive Repubblica – non ha mai perdonato a Rodotà questo rifiuto e non perde occasione per attaccarlo”.
Anche Libero racconta l’episodio, motivando il diniego ai radicali con il fatto che “in lista il prof (Rodotà, ndr) non aveva una buona posizione”, “rischiava la non elezione”. “Quarantotto ore dopo il prof era con il Pci, sia pure come indipendente. E all’epoca il Pci vedeva i radicali come il fumo negli occhi. Vox populi non confermata”.

IL DOPPIOPESISMO DI GRILLO
A sottolineare una presunta incoerenza di Grillo è sempre il giornale diretto da Maurizio Belpietro, che si chiede come mai “la Casta fatta persona” – così scrive di Rodotà – piaccia tanto al leader dei 5 stelle.
Professore emerito della Sapienza, principe dei giuristi, quattro volte deputato”, una pletora di incarichi di altissimo livello, ultimo quello di Garante per la privacy.
Per Libero il professore calabrese, politico di lungo corso e vicino agli 80 anni, è tutto fuorché quello che vorrebbero gli elettori grillini, ovvero un giovane lontano dai palazzi del potere.

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