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La confusione, quando si parla di legge elettorale, è sempre consistente. Ma dopo l’accordo sulle riforme nella maggioranza di governo, lo è ancora di più. La linea dell’esecutivo è questa: intervento temporaneo immediato sulla legge elettorale vigente e varo di una nuova legge più avanti, dopo aver chiarito la strada sulle riforme istituzionali.

Nel Pd va forte il Mattarellum

Una linea che però non piace praticamente a nessuno nel Pd. Il nome altamente discutibile dell’attuale legge elettorale, il Porcellum, diventa nelle nuove versioni: porcellinum, inciucellum, obbrobrium, maialinum. Per quest’ultimo, il copyright è di Matteo Renzi che ieri ha attaccato duramente l’intesa e ha suggerito di “andare a votare con la legge che decide i sindaci delle città”. Un’opzione che in realtà non è prevalente a largo del Nazareno dove invece va forte l’ipotesi “Mattarellum”. Un ritorno di fatto alla legge elettorale precedente che prevede un sistema misto, 75% maggioritario-25% proporzionale.

Sui grandi vantaggi di questo modello, ha parlato oggi a Radio Anch’io il capogruppo al Senato Luigi Zanda: “Il Mattarellum rimetterebbe in piedi il sistema dei collegi, non avremmo due maggioranze diverse a Camera e Senato e non avremmo più un premio di maggioranza attribuito in modo spropositato. Mi rendo conto che una discussione politica va fatta, ma l’esito non potrà non essere la cancellazione del Porcellum”. Sulla stessa posizione, anche Anna Finocchiaro, Sandra Zampa, Roberto Giachetti. Quest’ultimo, che ha fatto quattro mesi di sciopero della fame per protestare contro il Porcellum, avverte oggi sulla Stampa che il governo così rischia grosso e ha assicurato che sul Mattarelum la maggioranza sarebbe più larga.

Il sì al Mattarelum di Sel

Sul sì a questo modello, il Pd ritrova il sostegno di un ex alleato, Sel. “Abbiamo presentato un progetto di legge per il ritorno al Mattarellum perché sentiamo che questa legge attuale, il Porcellum, ha contribuito non poco al degrado della politica italiana”, ha spiegato il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, a Radio Anch’io.

Pdl compatta sulla riforma minimal

Il punto è però che, per quanto possa essere più larga, la maggioranza non potrà mai comprendere il Pdl, compatto sulla riforma minimal al Porcellum. “Chi parla in questi giorni di nuova legge elettorale, di bocciare l’attuale legge e ritornare al passato o alle preferenze, pone in essere un atteggiamento dilatorio e impeditivo della messa in sicurezza di questa legge elettorale. E così rischia di lasciare al Paese una legge elettorale di dubbia costituzionalità. Ciascuno dovrà assumersi le sue responsabilità”, ha sentenziato oggi il capogruppo al Senato Renato Schifani.

 

Ritorno al Mattarellum. Ma il Pdl non ci sta

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