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“Il Presidente Grasso ha ragione” a non dare seguito all’appello di quei deputati che chiedevano la formazione delle commissioni, ragiona il professor Vincenzo Lippolis, docente di diritto pubblico comparato all’Università Luspio di Roma. In quanto, senza un governo, viene a mancare l’indirizzo politico e non si ha la possibilità di assegnare le caselle a maggioranza e opposizione semplicemente perché si tratta di due categorie ancora indefinite.

Una scelta tecnicamente corretta quella della seconda carica dello Stato?

È complessivamente corretta, anche se non ritengo vi sia un assoluto impedimento, in quanto vi sono dei precedenti nella storia del paese in cui le commissioni parlamentari sono state costituite prima degli esecutivi: nel ’76 due giorni prima, nel ’79 quattro settimane prima e nel ’92 quando furono costituite vari giorni prima del governo, ma dopo l’elezione di Scalfaro al Quirinale. In quell’anno ci trovammo in una situazione simile a quella attuale, nel senso che la fine del settennato coincideva con l’inizio della nuova legislatura.

Quindi non esiste una regola imperativa?

A mio avviso no, ma il fatto di non costituirle ha una sua logica perché risponde a certe prassi. Esse si devono comporre in proporzione alla consistenza dei gruppi, ma c’è una regola sempre rispettata: il bilanciamento tra maggioranza e opposizione per evitare che quel peculiare rapporto venga incrinato. Quindi senza governo non si può stabilire chi è maggioranza e chi opposizione. Penso ai presidenti di commissione che in genere sono espressione della maggioranza, o ai vertici del Copasir dove i membri devono essere pari. Non è scritto in alcun regolamento, solo prassi consolidata. Ma attenzione, anche se si costituissero le commissioni essere potrebbero avere un’attività molto limitata.

Per quale ragione?

Per via del fatto che in contingenze di crisi di governo l’attività legislativa è ridotta solo ai provvedimenti di urgenza, o a casi in cui vi sono termini inderogabili che devono essere rispettati. In un periodo come l’attuale non potrebbero svolgere un’attività legislativa piena, salvo consenso unanime. Un aspetto che andrebbe tenuto maggiormente in considerazione.

Grasso aggiunge che per ora si andrà avanti con la commissione speciale: rischia di essere un’altra anomalia in una situazione già di assoluta eccezionalità?

Francamente non vedo argomenti giuridici tranchant e la posizione di Grasso mi sembra ragionevole. Costituire organismi impossibilitati ad operare a pieno regime, con nel mezzo l’elezione del Capo dello Stato, non sarebbe servito. Il vero nodo che va compreso credo sia un altro, e chi chiede quelle commissioni mostra di non tenerlo in debita considerazione: pur avendo il Parlamento le proprie funzioni, e ha dimostrato di non essere del tutto inoperoso in occasione del decreto sui pagamenti dello Stato, è il governo ad essere il motore di indirizzo politico del paese. Il regime parlamentare presuppone un governo che abbia la fiducia delle Camere.

twitter@FDepalo

Grasso ha ragione, senza governo non c’è indirizzo politico

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