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Il fragile equilibrio dei conti pubblici mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. E una pressione fiscale già esorbitante nella media europea ha favorito le condizioni per ulteriori effetti recessivi dell’economia italiana. L’allarme del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, è a tutto tondo e si rivolge direttamente anche al prossimo governo, che dovrà confermare il percorso di risanamento e il pareggio di bilancio, concentrandosi su come stimolare la crescita nel Paese.

L’equilibrio fragile dell’economia italiana

“L’asimmetria temporale tra gli effetti restrittivi prodotti dalle ripetute manovre di riduzione del disavanzo e l’impatto positivo sulla crescita degli interventi di sostengo dell’economia e delle riforme – ha detto il presidente Giampaolino – genera un equilibrio fragile, con il rischio di una rincorsa incompiuta degli obiettivi di finanza pubblica”. In Italia la “corruzione sistemica” pregiudica sia la legittimazione delle pubbliche amministrazioni, sia la stessa economia della Nazione.

La Corte dei conti ha segnalato ancora una volta il “pericolo di avvitamento” connesso “alla composizione più che alle dimensioni delle manovre correttive del disavanzo” e insiste sulla “necessità di puntare in ogni modo sui fattori in grado di favorire il recupero di livelli di crescita economica più elevati”. Giampaolino si è detto consapevole “del lungo tempo necessario per riassorbire il vuoto di prodotto generato dalla crisi” ed ha fatto appello al nuovo governo affinché venga confermato “il sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio” e siano messe in campo “le azioni in grado di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese”.

Giampaolino ha affermato che “al nuovo Parlamento e al nuovo governo spetta il compito di esplorare, restando all’interno del sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio, le azioni in grado di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese, una volta superata l’emergenza finanziaria”.

Pressione del fisco fuori linea

Il ricorso ad aumenti del prelievo tributario che si è reso necessario per rispondere alle richieste dell’Europa ha forzato “una pressione fiscale già fuori linea nel confronto europeo” e favorito “le condizioni per ulteriori effetti recessivi”, ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti.

“In un periodo di tempo breve e con l’urgenza di corrispondere alle richieste dell’Europa, i margini limitati di riqualificazione della spesa pubblica hanno reso necessario – ha spiegato – un ricorso ad aumenti del prelievo tributario, forzando una pressione fiscale già fuori linea nel confronto europeo e favorendo le condizioni per ulteriori effetti recessivi”. Inoltre, ha aggiunto il presidente dei giudici contabili, “la pur comprovata maggior efficacia delle misure di contenimento della spesa pubblica non ha consentito, in presenza di un profilo di flessione del prodotto, la riduzione dell’incidenza delle spese totali sul Pil, che resta al di sopra dei livelli pre-crisi”.

Il percorso di riequilibrio dei conti pubblici “si presenta ancora lungo e non privo di impegni gravosi”, ha evidenziato Giampaolino.

Le partecipate che sfuggono ai controlli

Il procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, ritiene “indispensabile e urgente” procedere alla formazione di un testo legislativo organico sul sistema degli enti partecipati da pubbliche amministrazioni perché “la gestione degli enti partecipati spesso sfugge al controllo dell’ente conferente” che spesso finisce per sopportare “le conseguenze dannose di una gestione disavveduta o di comportamenti illeciti e a volte anche delittuosi”.

Secondo i dati forniti dal procuratore generale sono oltre 5.000 gli organismi privati (aziende, consorzi, fondazioni, istituzioni, società) che, costituiti e partecipati dagli enti locali, gestiscono i loro servizi, ed è stato valutato in oltre 34 miliardi di euro l’indebitamento”.

I consigli della Corte dei Conti per Bersani, Berlusconi e Monti

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