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La regolamentazione impatta solo sui detentori di grandi portafogli ad alto rischio, mentre la tassazione colpisce anche chi possiede piccoli portafogli. Queste le conclusioni di un paper di Donato Masciandaro (Dipartimento di Economia dell’Università Bocconi) e Francesco Passarelli (Università di Teramo)

Da quando le economie più importanti del mondo sono state colpite dalla recente crisi finanziaria e il rischio sistemico è emerso come una minaccia, la politica di regolamentazione e tassazione delle attività finanziarie per limitare il rischio sistemico sono state al centro delle discussioni politiche e dei dibattiti accademici. Masciandaro e Passarelli contribuiscono a questo dibattito da un punto di vista politico-economico. I due autori modellano il rischio sistemico come un problema di inquinamento, in base al quale il free-riding crea rischio in eccesso e mostrano che la tassazione delle transazioni finanziarie riceve scarso sostegno dalla maggioranza dei proprietari di portafogli di piccole dimensioni. Tuttavia, la stessa maggioranza può strategicamente optare per la regolamentazione finanziaria per spostare una maggiore porzione del costo di riduzione del rischio sistemico sulla minoranza.

Gli autori modellano infatti il rischio dei proprietari di portafoglio come un problema di produzione di inquinamento. In questa economia abbiamo una maggioranza di proprietari di portafoglio con basso rischio di inquinamento e una minoranza di proprietari di portafoglio ad alto rischio di inquinamento. La regolamentazione ha un impatto più che proporzionale sugli strumenti tossici in quanto i portafogli ad alto rischio soffrono un maggiore impatto dalla regolamentazione.Invece, l’imposizione fiscale ha un impatto sia sui portafogli ad alto rischio che su quelli a basso rischio. Di conseguenza, la maggioranza dei portafogli a basso rischio ha un incentivo a preferire la regolamentazione finanziaria in quanto così si sposta la maggior parte degli oneri di riduzione delle esternalità sui portafogli ad alto rischio.

ll modello prevede che l’esistenza di una mediana a rischiosità superiore alla media porti a un livello di regolamentazione restrittiva. Questo avviene poiché, con la regolamentazione, l’esternalità derivante da una riduzione del rischio colpisce in gran parte i produttori di alto rischio invece dei produttori di basso rischio, mentre con una tassa anche i produttori di basso rischio dovrebbero pagare i costi.

Il modello ha, di fatto, implicazioni reali. Le società democratiche di oggi, popolate da proprietari di portafoglio a basso rischio, hanno una maggiore probabilità di optare per la regolamentazione invece della tassazione. Pertanto, questo articolo spiega brillantemente perché osserviamo lo sviluppo della regolamentazione finanziaria piuttosto che l’introduzione di tasse sulle operazioni finanziarie in molti dei paesi colpiti dalla recente crisi finanziaria.

 

Le tasse non colpiscono i ricchi

La regolamentazione impatta solo sui detentori di grandi portafogli ad alto rischio, mentre la tassazione colpisce anche chi possiede piccoli portafogli. Queste le conclusioni di un paper di Donato Masciandaro (Dipartimento di Economia dell'Università Bocconi) e Francesco Passarelli (Università di Teramo) Da quando le economie più importanti del mondo sono state colpite dalla recente crisi finanziaria e il rischio sistemico…

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