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A meno di un anno dalla complessa ristrutturazione, Seat Pagine Gialle è di nuovo a rischio default. La società ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo, una procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i creditori per non essere dichiarato fallito o comunque per cercare di superare la crisi in cui versa l’impresa. La decisione è stata assunta dal Cda per garantire “la continuità aziendale” alla luce della “impossibilità di far fronte” agli impegni sul debito nel 2013 e dopo la revisione al ribasso dei target.

Una situazione che ha le sue radici nel carico di debito messo sulle spalle della società dai fondi che l’acquistarono a leva all’inizio degli anni 2000, esigendo poi il pagamento di un maxi-dividendo. Ben 3,5 miliardi nel 2004 a ripagare il dividendo straordinario che permise agli azionisti (Cvc, Bc Partner, Permira e Investitori associati) di abbassare notevolmente il valore di carico del loro shopping. Il tutto in un contesto che vedeva Seat, tornata al vecchio mestiere degli elenchi telefonici, evidenziare fatturato e utili in rapido declino, con il debito però che esigeva anno su anno una spesa, solo per interessi, che si portava via quasi la metà del margine industriale. Naturale, secondo gli addetti ai lavori, l’epilogo della storia.

Nella riunione di ieri, il Cda ha concluso le valutazioni sulle prospettive di business nell’attuale situazione economica e di mercato verificando che gli obiettivi economici e finanziari contenuti nelle linee guida strategiche 2011-2013 e nelle proiezioni di stima al 2015 stilate in occasione della recente ristrutturazione del debito “non sono più attuali e raggiungibili alla luce delle attuali performance e delle previsioni di mercato”.

Il gruppo, “pur mantenendo una apprezzabile capacità di generare redditività e cash flow operativi ha un livello di indebitamento finanziario che non è sostenibile in ottica prospettica e che oltretutto rappresenta un ostacolo per interventi volti allo sviluppo industriale”. Gli impegni finanziari per il 2013 sono di complessivi 200 milioni di euro, di cui 70 milioni per quota capitale e 130 milioni per interessi, contro una stima di generazione di cash flow a servizio del debito di circa euro 50 milioni e una liquidità effettivamente disponibile pari a circa 100 milioni.

Il Cda di Seat Pagine Gialle ha deciso di non procedere al pagamento della rata semestrale di interessi dovuta il 31 gennaio 2013 sui prestiti obbligazionari né alle rate per interessi sul finanziamento bancario senior dovute il 6 febbraio prossimo.

Ma il titolo Seat Pagine Gialle è crollato in borsa dopo la richiesta di concordato preventivo a causa del debito diventato nuovamente insostenibile. Il titolo è in asta di volatilità dopo aver perso il 40%. Il valore di tutta la società è quasi nullo, ammontando solo 12,5 milioni di euro.

Il patibolo di Seat Pagine Gialle

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