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Lo scenario economico europeo nel 2012 è stato difficile e complicato. Ma l’obiettivo dello stimolo alla crescita per la Banca europea degli investimenti è confermato e resta fondamentale, a maggior ragione quando calano i finanziamenti pubblici e degli istituti di credito, vincolati dai parametri europei su bilanci e capitalizzazioni e, spesso, dai downgrade decisi dalle agenzie di rating. E’ la Bei quindi a farsi carico di finanziare le infrastrutture, le aziende innovative e, specialmente in Italia, le Pmi.

L’aumento di capitale della Bei

Presentando i risultati del 2012 e le strategie per il triennio 2013-2015, Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei e presidente del Fei, il Fondo europeo degli investimenti, ha spiegato come “l’aumento di capitale da 10 miliardi di euro deciso a metà 2012 ha riconosciuto alla Bei un ruolo fondamentale per lo stimolo alla crescita, permettendole di disporre di 20 miliardi di euro aggiuntivi all’anno, e considerando il triennio 2013-2015, fino a 60 miliardi. Una leva in grado di sbloccare fino a 180 miliardi di investimenti”. I nuovi finanziamenti attesi per l’Italia nel triennio “saranno compresi tra i 26 e i 28 miliardi di euro”, che possono sostenere circa 90 miliardi di investimenti per stimolare la crescita. “Nove miliardi di euro è il target annuo verso cui ci stiamo orientando”, ha osservato.

I finanziamenti all’Italia

Il nostro Paese ha ottenuto 41,8 miliardi di finanziamenti nel quinquennio 2008-2012, pari a circa il 15,1% de 283 miliardi di prestiti firmati nell’Ue, e con 160 miliardi di euro dalla costituzione della Banca nel 1958, si conferma il principale beneficiario storico dei prestiti Bei.

La necessità di mantenere un rating di eccellenza

“Il clima della percezione del credito è peggiorato – ha sottolineato Scannapieco – perciò la Bei cerca di raggiungere un nuovo equilibrio tra il mantenimento di un rating di eccellenza (con la tripla A assegnatale da Moody’s, S&P e Fitch), che le permette di finanziarsi sul mercato a tassi relativamente bassi, e la capacità d’intervento in Paesi dove il rischio di credito è peggiorato”. E se l’Italia dovesse incorrere in un nuovo downgrade? “Non sarebbe un problema nell’immediato, ma per mantenere la tripla A, la Bei dovrebbe operare nel Paese con modalità diverse, magari attivando clausole con le banche per disporre di maggiori garanzie”.

La forte capitalizzazione

L’approvvigionamento sui mercati finanziari alle condizioni migliori possibili è una condizione fondamentale per la Bei, che nel 2012 ha raccolto 71 miliardi di euro. L’istituto si caratterizza poi per una forte capitalizzazione. Il Capital Adeguacy Ratio, da una percentuale del 23,1% prima dell’aumento di capitale, si attesta oggi a circa il 28%. E le sofferenze restano bassissime, allo 0,3% del portafoglio totale prestiti.

Le priorità degli investimenti

“Le quattro priorità per gli investimenti aggiuntivi saranno Innovazione e competenze, per ricerca e sviluppo e formazione (fino a 15 miliardi), accesso al credito per le Pmi così da stimolare l’occupazione (fino a 15 miliardi), efficienza delle risorse (con enfasi sul climate change e sulla lotta alle emissioni inquinanti, 20 miliardi) e infrastrutture strategiche (fino a 15 miliardi), un settore molto importante per la Bei perché il credito a medio-lungo termine è quello che soffre di più, e in alcuni Paesi l’istituto resta tra i pochi prestatori, se non l’unico come in Grecia e a Cipro”.

Le collaborazioni

Il totale degli impieghi in Italia a fine 2012 è di 61,7 miliardi. I finanziamenti dell’ultimo quinquennio (2008-2012) hanno invece attivato investimenti per oltre 120 miliardi. Nel 2012 nel nostro Paese le nuove stipule hanno ammontato a 6,8 miliardi, con 7,8 miliardi effettivamente erogati.
La Bei, affiancata in Italia essenzialmente dalla Cassa depositi e prestiti, collabora con società energetiche come Enel Green Power, con gruppi per la distribuzione del gas come Iren e Acea, con reti di trasporti locali. La Bei ha inoltre ha avviato un finanziamento nel settore delle acque e con Fincantieri, con i 140 milioni di euro stanziati per il primo progetto nell’industria cantieristica europea.

Il Fei e lo stimolo alle Pmi

Ma a stimolare investimenti e ad accelerare l’accesso al credito delle Pmi la Bei è affiancata da un’altra istituzione, il Fondo europeo per gli investimenti (Fei), controllato per oltre il 60% dalla Bei. Il Fei investe in fondi di venture capital e private equity, anche con nuove operazioni di Risk Sharing Instrument, con cui il Fei “si accolla il 50% del rischio che pesa sugli intermediari finanziari per i crediti concessi, così da fornire capital relief e permettere alle banche di fornire nuova attività creditizia”. Le Pmi finanziate nel periodo 2008-2012 sono state infatti circa 62mila.

Il sostegno economico secondo Scannapieco

Niente preoccupazione per la situazione politica italiana e per lo scenario delineatosi dopo il voto. “Certo – ha evidenziato Scannapieco – i mercati premiano la certezza. E noi osserviamo, continuando a sostenere l’economia italiana”.

L'ossigeno della Bei per infrastrutture e Pmi

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