Skip to main content

Il gigante del lusso Lvmh chiude il 2012 con risultati in crescita in tutte le divisioni e in tutti i mercati di riferimento, archiviando così un anno che lo stesso Bernard Arnault, presidente e Ceo del gruppo, definisce “eccezionale soprattutto considerato il contesto difficile della crisi economica europea”. Ma è il cambio di strategia sul marchio di punta Louis Vuitton che segna la conferenza di presentazione dei risultati al mercato. Dopo anni di crescita a doppia cifra dei volumi, con continuo incremento dei negozi, il marchio, sottolinea un report di Hsbc, è giunto negli ultimi mesi a un pericoloso livello di saturazione. Ergo, alle domande degli analisti il patron del colosso francese avrebbe annunciato la svolta, “spiegando – si legge ancora nella nota di Hsbc – che il focus di Lv è quello di mantenere il valore del brand piuttosto che ‘essere ossessionati dalla crescita della top line'”. Strategia che, di conseguenza, secondo gli analisti, porterà Lv a “limitare le vendite di Monogram e a spingere quelle di borse di pelle”. Nel contempo, a frenare le aperture e tenere sotto controllo i prodotti a edizione limitata.

I ricavi si sono attestati a quota 28,1 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto all’anno precedente, mentre i profitti operativi aumentano del 13% arrivando a quota 5,92 miliardi di euro. Una performance che però non ha convinto il mercato azionario. In apertura di giornata il titolo ha aperto cedendo oltre l’1 per cento. Secondo Reuters, il gruppo del lusso  ha chiuso l’anno con vendite in crescita del 19% a 28,1 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con il consensus Reuters. A tassi di cambio costanti, la crescita è però del 9%, meno del +14% registrato nel 2011. Inoltre l’Ebit è risultato leggermente inferiore rispetto ai 5,96 miliardi stimati dalla media degli analisti.

Tornando ai conti di Lvmh, alla performance comunque positiva delle vendita ha contribuito la new entry Bulgari, che ha portato la divisione orologi e gioielli a crescere del 46% arrivando a quota 2,8 miliardi di euro. In sensibile progresso anche le altre divisioni che fanno capo al gruppo, a partire dal segmento moda e pelletteria. Trainato dai risultati a doppia cifra del marchio ammiraglio Louis Vuitton, il comparto ha raggiunto un turnover di 9,9 miliardi di euro grazie a un incremento delle vendite del 14 per cento. Bene anche la divisione profumi e cosmetici (+13%), trainati dai profumi Christian Dior, passando per alcolici (+17%) e selective retailing (+22%).

L’outlook per il 2013 si conferma positivo. Sempre in termini prospettici, Hsbc ha riportato che non ci saranno cambiamenti nella struttura di controllo di Dior e Lvmh.

Lvmh cresce e vara la svolta: "Meno massa e più valore per Lv"

Il gigante del lusso Lvmh chiude il 2012 con risultati in crescita in tutte le divisioni e in tutti i mercati di riferimento, archiviando così un anno che lo stesso Bernard Arnault, presidente e Ceo del gruppo, definisce "eccezionale soprattutto considerato il contesto difficile della crisi economica europea". Ma è il cambio di strategia sul marchio di punta Louis Vuitton che segna la…

Chapeau alle capacità (comunicazionali) di Marchionne

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Riccardo Ruggeri, saggista, editore ed ex top manager del gruppo Fiat, apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi. Tutti riconoscono a noi torinesi una grande capacità di sintesi, figuriamoci il nostro sindaco. Dopo l'ironica "Abbiamo una banca", ieri con orgoglio ha detto: "Marchionne ha fatto chiarezza", stamane tutte le…

Il capitalismo perfetto del Nord, dove c'è il fondo sovrano etico

Su al Nord lo fanno meglio. I Paesi scandinavi rappresentano il modello del futuro, sentenzia l’ultimo numero dell’Economist. Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia hanno trovato la formula per reinventare il modello capitalistico. Quel modello che con la crisi economica globale ha mostrato tutte le proprie storture e difetti.  Nei Paesi dell’Europa del Nord, il welfare funziona (in anni che vedono…

Dossier, alleanze e tensioni sul budget Ue

Si avvicinano i due giorni decisivi per il bilancio pluriennale dell’Unione Europea che definirà l’entità e la qualità della spesa comunitaria per il periodo 2014-2020. Domani e venerdì, 6 e 7 febbraio, a Bruxelles si terrà l’atteso vertice del Consiglio Ue per cercare di raggiungere un accordo che si annuncia possibile, ma molto faticoso, vista la moltitudine di opinioni spesso…

L’ombra dell’uranio dietro l’intervento francese in Mali

Fino a poco tempo fa, il Mali era semplicemente un Paese scarsamente popolato, povero, senza sbocchi sul mare e deserto. È vero, godeva di una certa stabilità politica in confronto ai suoi scombussolati vicini, ma l’idillio si è interrotto con il colpo di Stato del 2012. Adesso però è diventato il centro d’attenzione del mondo. In mezzo al caos, il…

Oscar Giannino: i mercati, come i casinò, riconoscono i bari

Secondo Oscar Giannino, candidato premier di Fare per fermare il declino, i mercati sono come casinò e riconoscono subito i "noti bari". "Quando arriva Berlusconi - ha detto a Ballarò - i mercati si preoccupano".

La sferzata di Abete: non si possono rivendere sempre le stesse promesse...

"Non si può andare a rivendere ai cittadini italiani la promessa di cose che uno ha già avuto più volte la possibilità di fare nel passato e non ha mai fatto". Lo ha detto il presidente di Assonime, Luigi Abete, a Ballarò. "I cittadini italiani non sono dei primitivi, c'è un problema di credibilità che è strutturale", ha aggiunto.

E Crozza-Berlusconi prende in giro Maroni

Ne ha per tutti il Berlusconi di Maurizio Crozza a Ballarò: dalla stampa internazionale a Mario Monti ("Quanto mi piace farlo incazzare"), da Pierluigi Bersani al suo alleato Roberto Maroni, cui dice: "Con me ci sei ricascato, Bobo!".

×

Iscriviti alla newsletter