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La proposta del candidato premier (o del candidato ministro dell’economia?) del centro destra è sul serio una proposta sbalorditiva, o forse solo scontata. Un’idea di programma, non solo demagogica, ma anche per certi versi pericolosa. Speriamo non accada, ma la speculazione finanziaria potrebbe giocare contro e fare molto danno.

Il primo provvedimento che, in caso di vittoria, il Governo di centro destra voterebbe è la restituzione, a tutti gli italiani, della tassa sulla prima casa, anche in contanti. Non che ci aspettassimo chissà quale progetto innovativo o sostenibile di lungo periodo, ma qualcosa che avesse a che fare con una visione del mondo, una politica alta per superare la crisi, per ridefinire la dialettica europea; qualcosa di serio, di lungimirante. Nulla di tutto questo. Solo una promessa elettoralistica. E pensare che la proposta era stata giudicata come “un’idea oltre ogni possibile immaginazione”.

All’inizio sembrava che la campagna elettorale poteva essere diversa da quelle degli ultimi vent’anni. Sembrava ci fossero più contenuti ed una maggiore considerazione non solo per i “messaggi” da proporre ma anche per i “destinatari”. Invece più si avvicina la data del voto più il tutto diventa confuso e incongruente, e non ci si preoccupa di proporre soluzioni possibili e veritiere, o di rispettare i cittadini, e il futuro dei loro figli, come soggetti per i quali le proposte si studiano, si comunicano e si implementano. I destinatari non sono considerati come soggetti attivi del “servire” politico ma solo come oggetti da manipolare, e grazie ai quali si raggiunge un consenso. Un consenso da raggiungere a tutti i costi, solo per dare seguito al proprio eccesso di narcisismo, che evidenzia tutta la pochezza e la piccolezza dei proponenti il messaggio: una mancanza di correttezza che non può essere valutata solo come un eccesso di marketing politico. Ci si “svende” per tacitare le proprie contraddizioni ed in questa manipolazione si costringe il destinatario a comprare la sua stessa debolezza, mutando il fallimento del narciso proponente nel fallimento di un intero Paese. Si sacrifica la forza dell’elettore facendola diventare un esercizio di debolezza condivisa, per contrabbandare le mancanze personali in apparente capacità di governo.

Non solo il centro-destra ha votato la reintroduzione dell’odiata “patrimoniale” sulla casa, ma era consapevole che quel provvedimento era necessario per rendere credibile la permanenza del nostro Paese al tavolo europeo. Certo potevano essere altri i provvedimenti da prendere per porre in essere una politica di austerity e di risanamento pro attivo e finalizzato. Ma tutti insieme, i partiti che sostenevano il Governo Monti, decisero che quella manovra andava votata. Ora scopriamo invece che furono costretti, quelli del centro destra, ad introdurre la tassa più odiata dagli italiani. In questo momento non è solo lo spread a preoccupare – il suo innalzamento da solo potrebbe vanificare più di un anno di sacrifici – ma è la credibilità tutta intera del nostro Paese ad essere in pericolo. La speranza è che gli altri candidati si pongano non solo il problema del rispetto dei cittadini ma sappiano agire come servitori della cosa pubblica con verità e giustizia e non ci riportino con tanto di barzellette e ridacchiante scomposta incompetenza ad un ciglio dal precipizio.

Una credibilità da non sprecare

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