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“La vedo dura ma i miracoli possono succedere”, aveva detto Silvio Berlusconi in veste di presidente del Milan prima della sfida impossibile con il Barcellona ieri sera a San Siro. E il miracolo è successo. Boateng e Muntari mandano a casa mesti i blaugrana di Lionel Messi e scatenano la festa dei tifosi rossoneri. Ora la domanda è: quanto questo miracolo è replicabile sul campo delle elezioni? Silvio Berlusconi in veste di leader della coalizione di centro-destra continua a dirsi sicuro di riuscire anche in questa impresa, in una rimonta su Pierluigi Bersani fino a pochi mesi fa insperata.

Ce la farà? Lo abbiamo chiesto a Arnaldo Ferrari Nasi, direttore della Ferrari Nasi & Associati, società specializzata in analisi sociopolitiche, sondaggi d’opinione e ricerche di mercato: “In campagna elettorale si dicono molte cose per infondere il massimo di fiducia possibile ma al di là delle parole le cose poi vanno diversamente. È abbastanza assodato che Berlusconi abbia in realtà rallentato la sua rimonta e infatti i rumors lo dipingono come abbastanza preoccupato”.

Obiettivo raggiunto

Ciononostante, secondo il ricercatore, il Cavaliere è riuscito nel suo intento: “Il risultato minimo era non essere ghettizzato e dare al Pdl l’immagine comunque di un partito di peso. E questo è un obiettivo raggiunto. In più raggiungerà una consistenza numerica tale da paralizzare la situazione delle strutture parlamentari. Se ci si fa caso, adesso sembra quasi non bastare più l’alleanza Bersani-Monti ma si parla più insistentemente di grande coalizione che poi è la stessa che ha retto il governo tecnico fino ad ora”.

Gli indecisi verso Monti o Grillo

Ma, avverte il sondaggista, Berlusconi ha raggiunto la sua quota: “Anzi, potrebbe esserci anche una lieve diminuzione. Gli italiani ormai hanno cementificato il loro pensiero nell’ultimo anno e hanno più o meno le loro convinzioni su chi votare. Chi ancora non le ha potrebbe comportarsi in due modi: o avvalersi dell’immagine di stabilità economica che comunque viene riconosciuta come risultato di Monti e quindi votare per lui; oppure mandare ‘tutti a quel paese’ ed esprimere un voto contro, scegliendo Grillo. Ma gli indecisi sicuramente non opteranno per Bersani o Berlusconi”.

Nessun effetto Milan

Nessun effetto Milan o Balotelli, quindi? Quello che il Corriere della Sera definisce “capolavoro” di ieri sera e il derby casalingo e sentitissimo di domenica sera contro la squadra di Andrea Stramaccioni non potranno incidere sul voto? Ferrari Nasi è scettico: “Non esiste alcun tipo di studio scientifico per definire la quota di ipotetici elettori conquistati da una vittoria milanista o da un gol di Balotelli. Certo, a rigor di logica, una squadra vincente può solo contribuire all’immagine di un imprenditore vincente e che fa le scelte giuste. Anche se – fa notare ironico l’esperto – nel caso specifico Berlusconi ha perso perché aveva consigliato a Massimiliano Allegri di optare per la difesa a uomo su Lionel Messi. L’allenatore ha scelto invece quella a zona. E ha avuto ragione lui”.

Ma Berlusconi non farà come il suo Milan con il Barcellona

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