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Signor presidente Monti, ci siamo anche noi. E la sua piattaforma programmatica corrisponde a ciò che noi sosteniamo da mesi. E’ questo in sostanza lo spirito della lettera aperta indirizzata al premier e scritta da Fermare il Declino, il movimento che fa capo all’intellettuale Oscar Giannino, che invece fino a qualche giorno fa non erano troppo montiani.

“Signor presidente, apprezziamo che in questi giorni estremamente convulsi di fine legislatura voglia preservare – come leggiamo sul Corriere della sera – lo spirito di terzietà che ha caratterizzato la sua esperienza di governo e in primis la sua persona. Un senatore a vita non può candidarsi alle elezioni, ella ha ricordato a fine novembre. Ma può del tutto legittimamente, come ella dichiara, ambire a chiarire e identificare un’agenda intorno alla quale il Paese possa osservare precisi vincoli in Europa e sui mercati, ma cambiare marcia per una crescita che a oggi è drammaticamente mancata”, si legge in una sorta di manifesto-appello del movimento ultra liberale.

L’agenda Monti o il Memorandum che il premier lascerebbe alle forze politiche corrisponderebbe ai “dieci precisi punti programmatici” di Fermare il Declino. Ossia “la necessità di “ridurre l’eccesso di debito con dismissioni pubbliche anziché per via fiscale; abbassare la spesa pubblica di 6 punti di Pil in 5 anni; abbassare la pressione fiscale di almeno 5 punti in 5 anni; procedere rapidamente con le liberalizzazioni; finanziare il sostegno a chi perde lavoro anziché tutelare aziende non più efficienti; subito una legge sui conflitti d’interesse; una organica riforma della giustizia”. Inoltre bisognerebbe “riorientare a favore di giovani e donne il welfare; ridare a scuola e università la funzione di ascensore sociale, introducendo dovunque il merito come criterio guida nella PA; un vero federalismo dopo anni persi, sulla base di macroregioni e Comuni potenziati”.

Per questo il movimento, con un appello firmato dai fondatori tra cui anche Michele Boldrin, Carlo Stagnaro, Alberto Bisin e Luigi Zingales, si dice “non interessato” alla confusione di queste ore sulle alleanze in vista del voto, non ancora ufficiale. Lamenta però “la difficoltà delle procedure che i vecchi partiti non devono rispettare” e si dice interessata solo al confronto “per un’agenda vera di priorità per rimettere in marcia l’Italia. E più che mai convinti che la società civile mostri segni inequivocabili di rifiuto delle vecchie logiche compositorie, che non danno alcuna importanza e attenzione alle scelte concrete. Solo persone credibili e unite su punti chiari proposti agli italiani, possono davvero cambiare il Paese”.

Infine l’appello a chiarire candidature e programmi. “Confidiamo che la nuova agenda per un’Italia diversa possa confrontarsi alla luce del sole, in modo che a tutti gli italiani sia chiaro chi sostiene che cosa. Un criterio che, da lei per primo in coerenza a quanto afferma, dovrebbe venire assai prima di chi sostiene chi”. Insomma, Monti si candidi che noi saremo pronti a sostenerlo. Eppure fino a pochi giorni fa i liberisti di Fermare il Declino era considerati montiani freddi…

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