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Flash back allo scorso due dicembre: se le primarie avessero incoronato Matteo Renzi candidato premier del centro-sinistra, oggi la competizione elettorale sarebbe tutta diversa. Ne è convinto Sergio Scalpelli, esponente di spicco della cultura e dell’imprenditoria milanese, ora top manager di Fastweb. In una conversazione con Formiche.net, spiega: “Se il sindaco di Firenze avesse vinto, non sarebbero scesi in campo né Silvio Berlusconi né Mario Monti. Avrebbe rappresentato lui la forza di attrazione di milioni di liberali delusi, operando una sorta di sintesi di tipo blairiano”. Ma la storia non si fa con i se e oggi ci si ritrova davanti ad elezioni che, si sfoga Scalpelli, “assomigliano molto più a quelle del 1992 che a quelle del 1994, cioè all’ultimo rantolo della Seconda repubblica piuttosto che all’inizio della Terza”.

La sua rabbia Scalpelli la manifesta anche su Twitter dove questa mattina cinguettava: “Disgiunto per disgiunto io alla Camera voterò certamente per Giannino. Sciocco votare candidati della ridicola borghesia milanese”. Con chi ce l’aveva? “Con la signora Borletti (Ilaria Borletti Buitoni, candidata per Scelta civica alla Camera come capolista per Lombardia 1 che in un’intervista a Repubblica ha dichiarato di votare in Lombardia per Umberto Ambrosoli in una logica anti-destra e anti-leghista, ndr). La sua è una uscita estemporanea, tipica di un certo salottismo milanese, che non ha senso. Il voto disgiunto funziona solo se è concordato, organizzato altrimenti non porta da nessuna parte”.

Scalpelli è critico anche nei confronti della strategia elettorale di Mario Monti: “E’ chiaro che dopo il voto ci potrà essere un accordo con Bersani ma è insensato parlarne in questa fase della campagna. Ora il Professore dovrebbe concentrarsi nel convincere tutti gli elettori moderati delusi che ancora sperano nella nascita di un polo liberale”. Per questo, Scalpelli fa sapere che voterà Oscar Giannino alla Camera, “perché Fermare il declino ha un programma condivisibile al 100%”, mentre al Senato opterà per Monti vista la sua stima per i candidati in Lombardia Gabriele Albertini, Pietro Ichino, Mario Mauro e Benedetto Della Vedova.

In quest’ottica, si comprende l’endorsement del manager per Gabriele Albertini in Lombardia: “Certo, ci sarà una sfida all’ultimo voto tra gli altri due candidati, Umberto Ambrosoli e Roberto Maroni ma non è questo il punto. Il risultato dell’ex sindaco di Milano è interessante per il futuro: sarà una spinta e un motivo di ispirazione per la riorganizzazione di quella vasta area elettorale di liberali e riformisti nel domani. Per questo è importante votarlo. Capito signora Borletti?”.

La borghesia di Milano tra Ambrosoli, Albertini e Maroni. Parla Scalpelli

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