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Due giudizi due su luci e ombre della conferenza stampa di Mario Monti e sulla sua Agenda.

Il primo riguarda i contenuti proposti. Sembrano redatti da un buon padre di famiglia. Di buon senso, tracciano una guida ancora ovviamente generica che dovrà essere definita in un più consistente e robusto programma di governo. Condivisibili certamente da molti, trasversalmente, al punto che credo nessuno, ad esclusione degli opposti populismi, possa in buona fede dichiararsi contrario. Molto buono, tendenzialmente ottimo.

Il secondo riguarda il metodo che, a mio avviso, è il punto debole. E’ confuso. Non tanto nelle dichiarazioni di intenti, quanto sotto il profilo di una efficace azione per una sua ascesa politica. La competizione elettorale, sebbene non sia richiesto a Monti di candidarsi in quanto senatore a vita, richiede comunque a un leader un’azione diretta nella campagna elettorale, non un sostegno e una sorte di regia a bordo campo dove” giocano” coloro che lo sostengono. In questo atteggiamento, gli elettori rischiano di confondersi e, con le elezioni tra due mesi, non c’è tempo per temporeggiamenti e qualche ambiguità su come chi giocherà in campo, gli alleati, sapranno organizzarsi.

E quale regia darà il tecnico Monti? All’attacco con un programma liberale, riformista rivolto all’Europa? Così sembra. Oppure sarà costretto in difesa, con possibili intese e ammiccamenti peraltro già intuibili con la sinistra di Bersani? In questo caso, come saranno i rapporti tra i due? Insufficiente.

In conclusione, pur essendo superati i vecchi schemi della politica antagonista, condividendo il principio che occorra ragionare e decidere sui contenuti, la mia personalissima convinzione è che l’elettorato necessiti di avere un quadro chiaro del leader e degli schieramenti di parte. Il rischio è altrimenti quello purtroppo già vissuto nelle recenti tornate amministrative che si è conclamato in astensionismo e deriva verso gli opposti.

Monti ha convinto (a metà)

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Obama nel mirino della lobby delle armi

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Alcuni pochi e semplici numeri possono però costituire il miglior antidoto alle venefiche pozioni che navigati incantatori di serpenti cercano per l'ennesima volta di propinare a tutti noi. Tra il 2000 e il 2006, la spesa pubblica al netto degli interessi passivi (ossia senza considerare il costo del debito, in quanto costo delle "non scelte" pregresse) è passata da 475 a 662 miliardi…

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L'India tra violenza contro le donne e la crescita del nazionalismo politico è preda per il secondo giorno consecutivo di scontri di piazza. Le proteste nei confronti dello stupro di gruppo contro una ventitreenne ha causato ieri 100 feriti e almeno un morto. Dell'escalation dei disordini scrivono Financial Times e Neue Zurcher Zeitung. Il giornale londinese rifa, insieme alla BBC, la storia della ragazza brutalmente violentata…

In Cina il treno-proiettile sull'alta velocità più lunga al mondo

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