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La maxi fusione dell’editoria è andata in porto, con la nascita del primo gruppo del settore del mondo in lingua inglese, un colosso da 2,5 miliardi di dollari.
 
L´editore britannico Pearson ha annunciato oggi di aver accettato la fusione della Penguin Books, di sua proprietà, con Random House, la casa editrice rivale di proprietà del gruppo Bertelsmann. Penguin e Random House unificheranno le loro attività editoriali in una nuova joint venture che prenderà il nome di Penguin Random House.
 Bertelsmann deterrà il 53% della nuova società, Pearson il 47%. Inoltre Bertelsmann nominerà cinque membri del Consiglio d´amministrazione di Penguin Random House, mentre Pearson ne nominerà quattro. Presidente della società sarà John Makinson, attuale presidente e ad di Penguin, mentre l´amministratore delegato sarà Markus Dohle, attuale ad di Random House.
 
Bertelsmann ha dunque vinto la partita con Murdoch, dopo che anche la società News Corp, proprietaria del Wall Street Journal e di HarperCollins Publisher, aveva espresso interesse per Penguin.
 
 
La joint venture, si legge sul Wall Street Journal, sottolinea la necessità di trovar riparo dal vento contrario che stanno affrontando le case editrici con la crescita dell’e-book e dei venditori del Web come Amazon, Apple e Google.
 
La fusione tra Penguin e Random House creerà una potenza di circa un quarto delle vendite editoriali in lingua inglese. Solo negli Usa vedrà lavorare sotto lo stesso marchio alcuni degli autori più conosciuti al mondo. Firme di Random House sono ad esempio John Grisham, Toni Morrison e E.L. James, mentre lavorano con Penguin Patricia Cornwell, Junot Diaz e Tom Clancy.
 
Il gruppo Bertelsmann ha dichiarato di aspettarsi la conclusione delle procedure di fusione, soggette all’approvazione dell’Antitrust, nella seconda metà del 2013.
 
L’ex direttore di Panorama Economy, Giovanni Iozzia, sottolinea che in ballo non c’è solo il mercato dei libri. “Pearson – spiega – è leader mondiale nel settore della scolastica, ma è anche editore del Financial Times, la bibbia della City londinese letta ovunque da chiunque faccia business, che a sua volta detiene il 50% dell’Economist, il newsmagazine più autorevole del mondo, dove vende circa 1 milione di copie la settimana. Bertelsmann da parte sua è il primo editore di periodici in Europa ma anche editore e produttore televisivo di livello internazionale”.
 
Iozzia fornisce qualche nome per andare oltre le sigle: “Sono sue riviste come il celebrity magazine Gala, Stern, la ‘stella’ del giornalismo tedesco, il femminile Brigitte, il mensile di ambiente e viaggi Geo. Nata nella prima metà dell’800 per pubblicare gli inni religiosi e libri a sostegno del movimento protestante Grande Risveglio, oggi Bertelsmann non disdegna la pop tv: attraverso Rtl (RadioTeleLussemburgo) Group (52 canali tv, 29 stazioni radiofoniche) possiede tra l’altro Fremantle Media, il secondo produttore televisivo europeo dopo Endemol, che ha nel suo portafoglio programmi come X-Factor e The Apprentice e, in Italia, Un posto al sole e La nuova squadra”.

Penguin e Random si fondono per sfidare Murdoch

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