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Alle prese con le continue resistenze di Germania e Francia sui punti chiave del merger tra Eads e Bae da 49 miliardi di dollari, la seconda società europea di difesa e aerospazio martedì ha negato la speculazione secondo cui questa stia pensando di modificare il deal per assicurarsi il nulla osta di Berlino e Parigi.
 
Eads ha ribattuto che non ci sono piani per cambiare le condizioni secondo cui i suoi investitori avrebbero il 60% delle quote nel nuovo gruppo: un’apparente risposta alle lamentele ufficiali tedesche secondo cui questa proporzione avrebbe sottovalutato significativamente gli asset di Eads rispetto a quelli di Bae Systems, la sua controparte inglese.
 
Il ministro dell’Economia tedesco lunedì ha redatto una lista delle riserve riguardo sul progetto di fusione in una nota per i membri del Parlamento. Il ministro ha detto di credere che gli investitori di Eads dovrebbero mantenere il 70% nel nuovo gruppo, con il resto nelle mani degli azionisti di Bae.
 
Un merger, sottolinea il New York Times, metterebbe effettivamente fine alla decennale divisione nel controllo tra francesi e tedeschi, rimpiazzandolo con un sistema di “golden share”. Queste azioni darebbero ai governi di Berlino, Parigi e Londra un veto in un eventuale tentativo di rilevamento ostile o in una transazione che coinvolga gli asset nazionali sensibili di sicurezza, ma d’altro canto li escluderebbero dalle decisioni sulla gestione.
 
Nel suo briefing al Parlamento tedesco, il ministro dell’Economia ha sottolineato che né Berlino né Parigi sono convinti che le golden share saranno reputate legali dall’Unione europea. Se questo elemento dell’accordo fosse eliminato più in là, i governi potrebbero non riuscire a prevenire il takeover del nuovo gruppo da parte di un’altra società.
 
Nel frattempo la Francia ha indicato la sua intenzione di mantenere almeno il 9% del nuovo gruppo, un punto di scontro con Berlino, che sta considerando l’acquisto di una quota simile per mantenere una proprietà bilanciata.
 
Gli analisti avvisano che una ownership diretta governativa nel merger Bae/Eads potrebbe ostacolare l’approvazione dell’accordo da parte degli Usa, il più grande mercato al mondo della difesa, con una spesa annua di oltre 700 miliardi di dollari.
 
“Penso che un coinvolgimento diretto di Berlino e Parigi potrebbe probabilmente far oltrepassare la linea rossa delle preoccupazioni statunitensi sul controllo degli asset sensibili della difesa da parte di governi stranieri”, ha spiegato al NYT Nick Cunningham, un analista aerospaziale di Agency Partners di Londra.

I turbamenti sulla fusione Bae/Eads: merger a rischio?

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