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C´erano di mezzo “i miei figli, non potevo stare lì, mi sentivo d´intralcio”. Così Umberto Bossi ha commentato la sua decisione di lasciare da segretario della Lega, travolto dallo scandalo dei conti del partito. “Chi ha ricevuto soldi deve ridarli”, ha puntualizzato il Senatur giovedì sera al Tg4, confermando che il suo non è un addio. A Repubblica Bossi ha dichiarato: “Attaccano la mia famiglia per colpire me e il partito”.
 
Ma Bossi non si sente sconfitto: “proprio no, mi sento colpito, questo sì. Ma non mi hanno sconfitto. La Lega è abituata a combattere, e lo farà anche questa volta”. Umberto Bossi parla a poche ore dalla scelta di dimettersi da segretario della Lega dopo lo scandalo Belsito. E dice: “la cosa puzza” ribadendo di essersi dimesso “per il bene della Lega, per lasciarla più libera di difendersi” ma precisando nell´intervista a La Repubblica di non essere fuori dalla politica per sempre: “piano. Mi sono dimesso, ma combatto. Da semplice leghista”.
 
“Attaccano la mia famiglia per colpire me e il partito”, aggiunge l´ormai ex segretario della Lega. “Questa storia puzza. Ma andiamo. Siamo l´unica vera forza di opposizione alla grande ammucchiata e a questo governo delle banche. Ci sono le elezioni. Ed ecco che proprio adesso tirano fuori questo scandalo, e chiamano in causa proprio i miei figli. Non vi sembra strano, non vi chiedete perchè? Per colpire me attraverso la mia famiglia. Bisogna colpire Bossi per far fuori la Lega”.
 
Quanto a Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega ora sotto inchiesta “lo abbiamo ereditato dal precedente amministratore, lavoravano insieme, ci siamo fidati. E saltano fuori strani collegamenti all´improvviso, senza che nessuno ci avverta mai di niente?, conclude Bossi.

Bossi confessa: "Ho lasciato per i miei figli ma combatto"

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