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“Il Mediterraneo non è solo un luogo di poveracci che si buttano nel mare. È un luogo di grande valore economico per l’Europa”. Questa è stata la definizione iniziale di Alberto Negri, corrispondente del quotidiano IlSole24Ore alla presentazione di questo martedì del libro “Mediterraneo in ebollizione” di Gianni De Michelis (Boroli, 2012). Una regione che rappresenta uno dei principali partnership economici e commerciali dell’Europa e dell’Italia e che si è dimostrato impreparato nell’affrontare la crisi politica e sociale della Primavera araba.
 
L’incontro ha avuto come scenario la suggestiva Biblioteca Alessandrina, antica sede dell’Università di Roma, tipico palazzo del cuore della Capitale. Oltre a Negri, hanno partecipato Stefania Craxi, presidente della Fondazione Craxi; Lucio Caracciolo, direttore della rivista “Limes”; e Stefano Polli, responsabile dell’Area Internazionale dell’Ansa. A moderare il dibattito il giornalista Francesco De Leo, direttore di Oltreradio.it. La diretta Twitter su @formichenews e l´hashtag #MediterraneoInEbollizione.
 
“Questo libro non è solo una testimonianza ma soprattutto l’analisi di un uomo responsabile della politica estera del suo paese”, ha introdotto De Leo. Gianni De Michelis è stato membro del Parlamento italiano ed europeo e ministro delle Partecipazioni statali, del Lavoro e degli Affari esteri. Dopo essere stato capo di Aspen Institute Italia, dal 2002 è presidente dell’Istituto per le relazioni tra l’Italia e i Paesi dell’Africa, America latina, Medio ed Estremo oriente (Ipalmo). “Un libro che miscela l’analisi con la concretezza di un fenomeno”, ha aggiunto De Leo.
 
In “Mediterraneo in ebollizioni”, De Michelis fa un percorso storico della regione fino ad arrivare all’attuale situazione dei paesi nordafricani e mediorientali. Con un dovuto approfondimento nella cosiddetta Primavera Araba e le sue cause e prospettive. Per Stefania Craxi il testo non si ferma alla riflessione ma va oltre: tenta la proposta di qualche soluzione.
 
Europa: Il prezzo del vuoto
Senza dubbio quello che è accaduto durante le rivoluzioni arabe ha messo in evidenza la mancanza di una politica europea comune. “Senza il Mediterraneo sarà impossibile uscire dalla crisi. Così come senza l’Europa i paesi del Mediterraneo non possono uscire dall’isolamento”, ha spiegato Stefania Craxi.
 
“Il rischio è quello di avere un’Europa che guarda sempre e soltanto a nord e non verso il Mediterraneo”, ha avvertito Stefano Polli. Mentre si continua a discutere senza riuscire ad avere un’idea di politica estera europea.
 
In questo senso il direttore Lucio Caracciolo è stato molto pessimista e ha sottolineato l’aspetto economico determinante, che viene anche sollevato nel libro: “È molto difficile esercitare un’influenza senza soldi. E l’Europa in questo momento di soldi non ne ha… Ci sono poche certezze e una è che questo anno noi non contiamo più niente”.
 
Mediterraneo, tra cooperazione e conflitto
Gianni De Michelis crede che l’Europa non potrà superare le difficoltà che attraversa se non si prepara una governance per il nuovo mondo multipolare. “Nel mondo multipolare bisogna essere un polo. Piccolo o grande. E questo l’Europa lo doveva capire. Le rivoluzioni arabe sono state una grande opportunità per creare un´euro-politica adeguata ma ce la siamo fatti scappare. Se non impariamo a leggere l’importanza di questi fenomeni perdiamo l’opportunità di essere rilevanti”. E la prossima prova è e sarà la Siria post-Assad.
 
Da “Mediterraneo in ebollizione” si capisce che i destini dell’Europa e del Mediterraneo sono legati e per salvarci dobbiamo lavorare insieme. Le opzioni sono quelle di un Mediterraneo dove c’è spazio per la cooperazione e la convergenza. O un Mediterraneo in cui sarà inevitabile il conflitto. Con tutti gli inevitabili effetti sull’eurozona, già abbastanza colpita da sé.

"Mediterraneo in ebollizione": Mare di errori e opportunità

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