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Hu Jintao ha inaugurato il 18esimo congresso del Partito comunista cinese con un messaggio chiaro: lasciate ogni speranza, o voi occidentali; non ci saranno riforme politiche. Un cambio di generazione, un passaggio di potere, questo sì; e nuove riforme economiche. Anzi, la linea di distinzione tra uomini, correnti, blocchi di interesse al vertice della Cina, passa proprio attorno alle trasformazioni economico-sociali del prossimo decennio. Quali e perché?
 
Il Pcc chiude il decennio di Hu e Wen e apre il nuovo decennio di Xi e Li, all’insegna della continuità politica e ideologica, almeno questo è il messaggio del presidente uscente: insomma il matrimonio tra comunismo e capitalismo, dispotismo e sviluppo che ha segnato i successi dell’ultimo quarto di secolo, funziona e viene riproposto senza soluzione di continuità. Ma il partito comunista cinese ha dato prova più volte di cinico pragmatismo e di intelligenza storica.
 
La Cina oggi è di fronte alla necessità di cambiare perché le componenti forti della crescita si stanno affievolendo a cominciare dalla forza lavoro: invecchiamento, riduzione delle immense riserve di manodopera, crescita dei salari, insomma il fattore lavoro, leva dell’accumulazione, si è già trasformato. Il secondo fattore è la terra: la gigantesca urbanizzazione lungo la costa va verso la saturazione, e il ritorno all’interno è cominciato. Il prossimo decennio dovrà gestire questa colossale riconversione urbana, economica, umana. Terzo e fondamentale mutamento riguarda la costruzione di uno Stato sociale e di istituzioni più moderne per quel che riguarda la gestione dei risparmi, il credito, la finanza. Un compito enorme che richiederà di mobilitare immense risorse pubbliche e private. A tutto ciò si aggiungono i problemi ambientali, energetici, alimentari che sono già emersi prepotenti nel decennio precedente.
 
Insomma, si tratta di passare dalla quantità alla qualità dello sviluppo, senza rallentare il passo perché la condizione per la tenuta del sistema è proprio una crescita forte e costante. Ma il partito sa che deve allargare le maglie al suo interno, di qui il forte riferimento di Hu alla lotta contro la corruzione (che spesso diventa strumento per regolamenti dei conti) e il passaggio del suo discorso dedicato alla democratizzazione, enfatizzato anche dall’agenzia di stato Xinhua. E’ su questi contenuti che ruota la lotta di potere. Ecco una piccola guida per orientarsi nelle scatole del potere cinese.
 
(L´analisi completa si può leggere qui: http://cingolo.it/2012/guida-alla-cina-di-xi-e-li/)
 

Le tre sfide economiche di Pechino

Hu Jintao ha inaugurato il 18esimo congresso del Partito comunista cinese con un messaggio chiaro: lasciate ogni speranza, o voi occidentali; non ci saranno riforme politiche. Un cambio di generazione, un passaggio di potere, questo sì; e nuove riforme economiche. Anzi, la linea di distinzione tra uomini, correnti, blocchi di interesse al vertice della Cina, passa proprio attorno alle trasformazioni…

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Chi esulta (e chi no) a Wall Street per Obama 2

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