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Mani pulite vent’anni dopo possiede ancora ombre non svelate. La Stampa oggi, pubblicando un´intervista postuma all´ex ambasciatore Usa a Roma Reginald Bartholomew, morto domenica scorsa, riassume il pensiero del diplomatico, descrivendo un “legame troppo stretto fra il Consolato di Milano e Mani Pulite”.
Bartholomew accusa fra l´altro il pool dei magistrati milanesi che indagò su Tangentopoli di aver violato “sistematicamente i diritti di difesa degli imputati”.
 
Pane per i denti della politica italiana: “Solo pochi mesi fa a SkyTg24 avevo avuto l`ardire di affermare qualcosa di simile. A quanto pare ero in buona compagnia”, ha commentato Enzo Carra, deputato Udc che all´epoca dell´inchiesta milanese su Tangentopoli finì in manette davanti alle telecamere suscitando una polemica sull´esposizione mediatica degli indagati. L´allora pm Antonio Di Pietro ha liquidato così ai microfoni di Radio24 le rivelazioni del defunto ambasciatore: “Queste cose dette da una persona che non c`è mi spingono a dire `pace all`anima sua`. Altrimenti l`avremmo chiamato immediatamente a rispondere delle sue affermazioni per dirci `chi, come, dove e quando`”.
 
“Io non ho mai incontrato questo Bartholemew, invece so – ha spiegato il leader dell´Idv – che gli Stati Uniti all`epoca furono molto collaborativi per quanto riguarda le rogatorie che noi effettuammo”. E proprio questa di Di Pietro è una possibile lettura minimalista delle parole del diplomatico, secondo il quale al Consolato Usa a Milano qualcosa “non quadrava”.
 
Ma la lettura di Bobo Craxi, ex parlamentare e figlio del leader socialista Bettino, è esattamente all´opposto: dall´intervista di Bartholomew “appare con tutta evidenza l`inquietante intreccio, nel 1992-´94, tra il pool dei magistrati milanesi e il Consolato generale dell`alleato americano. La mano straniera che ha orientato il golpe mediatico-giudiziario non è un`invenzione, ma è rivelato dalle parole del diplomatico americano: c`è materia per storici e per politici. Se non vi fosse `anchìlosi`, bisognerebbe per lo meno – ha concluso Craxi – promuovere una commissione d`inchiesta: non verrà fatta neanche un`interrogazione parlamentare, in questa legislatura”.

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