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E Santorum? L´ex senatore della Pennsylvania ha concesso all´avversario l´onore delle armi, lo ha chiamato ancora prima che il risultato del Michigan fosse ufficializzato e si è congratulato con lui, ma non è apparso disposto a mollare il colpo: “un mese fa non sapevano chi fossi, ora lo sanno”, ha detto, prima di iniziare un discorso tutto imperniato sulla necessità di sperare, cambiare, andare avanti.
 
Per molti versi, un incitamento a se stesso. Santorum del resto sa bene che, anche se la strada ora è in salita, la partita continua a essere tra lui e Romney: l´ex speaker della Camera Newt Gingrich e il deputato del Texas Ron Paul sono stati semplici comprimari, finiti lontanissimi dagli altri due (hanno raccimolato complessivamente tra il 20 e il 25% dei voti sia in Arizona che in Michigan). Anche se non intendono per il momento ritirarsi, non sembrano neppure in grado di influire in modo significativo sulle sorti dei giochi.
 
Romney, nel suo discorso, ha messo in chiaro che per lui l´avversario da battere è Barack Obama, non Rick Santorum. All´indirizzo del presidente in carica Romney ha scagliato una serie di saette: “lo toglieremo da quell´ufficio e lo rimanderemo a casa, dove merita di stare… abbiamo bisogno di riprenderci da questa cosiddetta ripresa”, e ancora “Obama dice che non possiamo aspettare e io dico yes, we can”, sì possiamo, riferimento allo slogan elettorale che aveva accompagnato la vittoriosa campagna del presidente americano quattro anni fa.
 
Eppure al di là delle parole, Romney non può permettersi di abbassare la guardia nei confronti di Santorum perché gli exit poll, soprattutto in Michigan, hanno messo in evidenza che l´ex governatore continua ad avere problemi con l´ala più conservatrice del partito repubblicano, quella che ha una significativa voce in capitolo nella scelta finale del candidato alla presidenza. In Michigan tre elettori su dieci si sono detti “molto conservatori” e tra questi Santorum ha avuto il 50% delle preferenze contro il 35% di Romney.
 
Ora l’appuntamento è per il “super martedì”, data in cui si voterà in dieci Stati. Santorum è tutt´altro che intimorito e attende Romney soprattutto in Ohio – 66 delegati in palio – anche perché in Georgia e Tennessee – 77 e 58 elegati – a insidiarlo ci sarà Newt Gingrich che viene proprio dalla Georgia. “La scommessa dell´ex senatore della Pennsylvania è portare la bandiera dei conservatori talmente in alto nel Super Tuesday da mantenere aperta la sfida”, scive oggi il corrispondente Usa della Stampa Maurizio Molinari.

Primarie Usa, vince Romney. In attesa del "super tuesday"

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