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L’Irlanda ha detto “no”. Il Trattato di Lisbona non è stato accolto con favore dai circa tre milioni di abitanti della grande “isola verde”. Non sono ancora ufficiali gli esiti referendari, ma a sentire il ministro della Giustizia irlandese, Dermot Ahern, sembrerebbe proprio che la “stoccata” finale al progetto d’integrazione europea sia arrivata. “Alla fine, per una miriade di ragioni la gente si è espressa così” ha detto Dermot ai microfoni della Bbc.
Fino ad ora dallo spoglio dei voti di 19 delle 43 circoscrizioni risulta che il 54,7% degli irlandesi è contrario al Trattato d’integrazione, contro il 45,3% favorevole. Solo nelle prossime ore del pomeriggio si sapranno i risultati definitivi. La votazione ha già avuto i primi risvolti sul valore dell’euro che, rispetto al dollaro statunitense sta toccando il minimo mensile pari a 1,5307.
Mentre il quotidiano Irish Times racconta di un’affluenza del 50% degli aventi diritto, fonti non ufficiali raccontano di stime pari a circa il 40%. Un dato che comunque va a favorire gli antieuropeisti.
L’Irlanda è stato l’unico Paese dei 27 ad aver sottoposto il Trattato alla decisione della volontà popolare. Altri 18 Paesi, invece, lo hanno già ratificato attraverso i propri rappresentanti parlamentari. Se il “no” irlandese dovesse essere confermato si potrebbe aprire una crisi europea. Tra i possibili scenari che si verrebbero ad aprire il più realistico potrebbe essere l’applicazione del Trattato ai 26, Irlanda esclusa. L’ipotesi schiude perplessità che difficilmente potrebbero trovare soddisfazione. Quale potrebbe essere, infatti, l’assestamento delle relazioni tra l’Irlanda e gli altri Paesi membri dell’Ue?
Nessuno vuole azzardare commenti sull’esito della consultazione. Il portavoce dell´esecutivo Ue, Johannes Laitenberger, si limita a precisare che la Commissione europea ´´ha fatto tutto quello che ha potuto e quello che doveva´´ per promuovere il Trattato di Lisbona. Conferma, dunque, che questo è il momento dell’attesa.
Solo dall’Italia che chi non rinuncia – come al solito – a dire la sua. Mario Borghezio, capo delegazione della Lega Nord al Parlamento Europeo, non riesce a contenere la sua felicità antieuropeista: “Saluto con immensa gioia la notizia del probabilissimo risultato della vittoria del no al referendum irlandese sul Trattato di Lisbona”. Poi aggiunge: “Anche in Irlanda, la classe operaia vuole andare in paradiso e non nell´inferno dei tecnocrati e dei finanzieri del Bruxelles”.

Il "no antieuropeista" dell'Irlanda

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