Skip to main content

Nel corso di una riunione con il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in visita a Baku, il presidente azero Ilham Aliyev ha detto che il suo esercito andrà “fino in fondo”. Una risposta, al fianco della protettore (la Turchia), alla richiesta di colloqui urgenti avanzata dal primo ministro armeno Nikol Pashinyan nei confronti del Cremlino (dove sono conservati gli accordi di cooperazione militare Russia-Armenia).

La guerra nel Nagorno-Karabakh continua, i tentativi di pace sono tutti falliti. Aliyev ha anche spiegato che l’Armenia “non ha alcuna base” per chiedere assistenza militare alla Russia. Il presidente ha infatti ricordato come le operazioni condotte dall’esercito azerbaigiano non si tengono sul territorio armeno. È in effetti un punto chiave: il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto di considerare una reazione possibile se gli scontri dovessero sforare in Armenia, ma Baku e Ankara sanno bene che lo scontro sarà contenuto alla porzione contesa di confine.

Anzi, sebbene gli armeni abbiamo provato a provocare una reazione colpendo aree civili in Azerbaigian, gli azeri hanno mantenuto il controllo. L’obiettivo è fissato e probabilmente già concordato tra Turchia e Russia– Mosca in effetti ripete di ritenere Baku un partner e Ankara altrettanto, alla faccia degli accordi sulla cooperazione militare del 1997 sulla base dei quali Yerevan chiede l’attivazione della mutua difesa ai russi.

Nagorno Karabakh, così Ankara e Mosca gestiscono la guerra

Attacchi e contrattacchi. Armenia e Azerbaigian combattono per il Nagorno-Karabakh e chiedono aiuti ai pesi massimi esterni, Turchia e Russia, che dimostrano un’intesa di massima sul procedere dei combattimenti

Usa2020 e politica italiana. La bussola (stelle e strisce) di Ocone

Mai come questa volta i nostri politici sono afoni, dando quasi l’impressione di essere poco interessati a quel che accadrà dopodomani oltreoceano

Biden o Trump? Deep State. Giannuli spiega la vera partita per l’Italia

Che vinca Trump o Biden questo mercoledì, l’Italia ha un terzo candidato da tifare: il Deep State americano. Il politologo Aldo Giannuli spiega perché, senza il placet degli apparati, non si può essere amici degli Usa. Conte può dormire sonni tranquilli. Anche se qualche passo falso è stato fatto…

Propaganda made in China. Italy at a crossroads

In Italy, China is no longer a mere news item: it directly makes the news. In a sector continuously struggling for its survival, the staggering number of secret agreements with CCP media outlets should be of huge concern

Toti e il cinismo della politica di destra in Italia

Questo è un commento pubblicato sui social del governatore della Liguria Giovanni Toti. Si tratta della quinta essenza del cinismo. L'idea che sta dietro questo commento, però, è assai diffusa in ogni ambito dell'esistente. Si tratta dell'estremizzazione del "rapporto costo-beneficio", la ragione senza il sentimento. Sì, perché da un punto di vista logico, per chi condivide questa visione economicistica dell'esistente,…

Dagli arcobaleni alle bombe carta. Storia di una pandemia

Alla prima ondata abbiamo avuto la sensazione di attraversare un tunnel e ci siamo tenuti la mano a vicenda. Ora ci sembra di sprofondare nelle sabbie mobili e questo ci fa rabbia. La riflessione di Chiara Buoncristiani, giornalista e psicoterapeuta

Telelavoro e produttività nel settore pubblico. La riflessione di Balducci

Da noi la produttività viene perseguita attraverso un corposo apparato normativo cui sono agganciati significativi “premi” finanziari. Che cosa bisogna fare per rendere il telelavoro efficace?

Da Merkel a Laschet, la svolta della Cdu spiegata da Von Ziegner

Con Elke Von Ziegner, politica di lungo corso della Cdu, un bilancio dell’era Merkel che giunge al tramonto. I migranti, le aperture liberal, l’alleanza con i socialisti. Ora la successione. Da Laschet a Rottgen, ecco chi (non) vuole la svolta verde

Il lockdown è una fuga dal virus. Paganini spiega come evitarlo

Adattarsi è nella natura umana. Rinchiudersi è la nostra morte, seppure possa sembrarci al momento come un rimedio. Stando chiusi perderemmo i rapporti sociali, l’intraprendenza, la capacità di innovare, e quindi di risolvere problemi complessi. L’analisi di Pietro Paganini

Il jihadismo è cambiato, è tempo che lo faccia anche l'Europa

Alla strategia del terrore va opposta la forza di un’identità da ritrovare ed una volontà di reazione adeguata allo scopo. L’alternativa è vederci travolti da una sanguinosa guerra che incrocia la pandemia, profittando della nostra oggettiva debolezza. Il commento di Gennaro Malgieri

×

Iscriviti alla newsletter