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Joe Biden entra ufficialmente in azione. A cinque giorni dalla cerimonia di insediamento che sancirà la fine, discussa, della presidenza Trump, il futuro presidente degli Stati Uniti vincitore delle elezioni più tese e travagliate della storia americana recente, alza il sipario sulla politica economica che verrà. Sotto il segno di Biden, certo, ma anche di quella Janet Yellen nominata segretario al Tesoro e dal passato targato Fed, lanciata da Bill Clinton.

In occasione del suo discorso di insediamento Biden presenterà, come anticipato dalla stampa statunitense, un piano da 1.900 miliardi di dollari, a base di sussidi e aiuti a 12 milioni di americani sotto la soglia di povertà. La svolta, c’è. Perché non è certo il primo piano pandemico che gli Stati Uniti vedono arrivare, visto che la presidenza Trump ha portato in dote due interventi: 2.000 miliardi di stimoli alle imprese cui sono seguiti 900 di aiuti anti-Covid alle piccole aziende e conditi da qualche sussidio, sbloccati sul filo del rasoio a fine anno da un riluttante Donald Trump in piena resistenza alla Casa Bianca, insieme al bilancio federale che rischiava di far scattare lo shutdown delle attività commerciali.

Ma stavolta il baricentro è tutto sbilanciato sulle fasce deboli. Meno industria, meno imprese e più sociale, coerentemente alla linea di Biden, che ha sempre messo, senza farne mistero, al centro gli interessi delle fasce più colpite, anteponendoli a quelli delle grandi industrie (sua la proposta, ma tutta da attuare visto che le industrie americane muovono pezzi di Pil nazionale, di aumentare le imposte sugli utili delle grandi majors Usa).

Di che si tratta? Lo ha spiegato lo stesso Biden. Il piano prevede 1.000 miliardi in aiuti agli americani in difficoltà, 160 miliardi per le vaccinazioni e i test, 440 miliardi per le imprese e 350 miliardi per gli stati e i governi locali. La cifra del piano l’ha data lo stesso ex Sleepy Joe. “L’obiettivo è sollevare dalla povertà 12 milioni di americani, anche con aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora.

E dunque, ecco che nel pacchetto ci sono nuovi assegni alle famiglie, rafforzamenti dei sussidi di disoccupazione e più generosi crediti d’imposta. Fondi per stati, città e scuole. E stanziamenti miliardari per sanità e campagne di vaccinazione e tamponi di massa. A questo primo passo seguirà nei prossimi mesi un ulteriore e più ambizioso stimolo da migliaia di miliardi, con scommesse su transizione energetica e infrastrutture, finanziato probabilmente da maggiori imposte su aziende e redditi più elevati.

La costante sembra comunque essere la fretta. Biden ha, giustamente, paura che la crociata democratica per arrivare all’impeachment di Trump dopo i fatti del 6 gennaio, possa in qualche modo distrarre il Congresso dai lavori per l’approvazione del piano. Ma non è tutto. Ci sono anche i numeri a mettere sotto pressione la nuova amministrazione democratica: due giorni fa le nuove domande settimanali di sussidi per i senza lavoro sono state quasi un milione, aumentate di 181mila a 965mila unità. Il dato è peggiore delle attese degli analisti che erano per richieste in salita a 795 mila. Tra pochi giorni, il primo vero atto di Biden.

Biden parte in quarta. 1.900 miliardi per vaccini e poveri d'America

Tra pochi giorni il successore di Donald Trump annuncerà misure per quasi 2.000 miliardi con cui evitare a milioni di americani di finire sulla strada. La svolta sociale rispetto ai piani pandemici di Trump e la fretta per paura che il possibile impeachment blocchi i lavori del Congresso

 

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