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Il prossimo 5 novembre in Sicilia si deciderà chi sarà il futuro governatore regionale. Gli schieramenti in campo sembrerebbero rispecchiare i futuri scenari nazionali: una sinistra alternativa, un centro sinistra di governo e un centro destra unito.
Claudio Fava, attuale vice presidente della commissione antimafia, unisce tutte le diverse posizioni di sinistra attualmente in campo.
Il PD come anche AP, hanno assunto un atteggiamento ambivalente nei confronti del governo regionale uscente – da un lato si sono impegnati in critiche aspre e pungenti verso il governatore Rosario Crocetta e dall’altro hanno condiviso il suo sistema di potere, tanto da accaparrarsi poltrone istituzionali essenziali. In particolare, il centro sinistra schiera, dopo il “no grazie” del presidente del Senato, Pietro Grasso, il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, che,  forse, anche lui non troppo convinto, ha preferito sospendersi da rettore anziché dimettersi. 
Il centro destra, dopo anni, riacquista la tanto desiderata unità, grazie alla candidatura di Nello Musumeci, esponente storico della destra catanese, che nel proprio curriculum annovera la presidenza della provincia di Catania con successi da tutti riconosciuti, certo, va detto, in un periodo nel quale i soldi nelle casse pubbliche non mancavano, e, soprattutto,va ricordata l’integrità politica dimostrata con il suo mancato asservimento alla linea politica di Fini, nel periodo in cui la defunta Alleanza Nazionale rappresentava il partner essenziale di Forza Italia.
Il M5S candida un esponente storico del movimento e attuale consigliere regionale Giancarlo Cancelleri, che insieme alla sorella Azzurra, deputato nazionale, rappresentano una certezza, in un momento di difficoltà nazionale del movimento, nella condivisione della linea politica dettata da Grillo e Casaleggio jr, come dimostra il sostegno ricevuto nel tour estivo, non troppo seguito dagli elettori, nelle spiagge siciliane con Di Maio e Di Battista.
Considerando che il sistema elettorale regionale siciliano prevede una soglia di sbarramento per l’accesso alla suddivisione dei seggi da deputati pari al 5%, cioè un dato non facilmente raggiungibile, considerando che i posti d’assegnare non saranno più 90 ma 70, di cui 6 spetteranno al c.d. listino dei nominati del Presidente vincitore, che allo stesso tempo è deputato come il secondo arrivato tra i candidati a governatore, quindi la corsa per diventare deputato regionale è un percorso pieno di ostacoli, più che nelle precedenti competizioni.
Le difficoltà e le contraddizioni interne agli schieramenti non mancano. Il candidato della sinistra, Claudio Fava, ha dovuto accettare transfughi dell’ultima ora dal PD per rafforzare la lista che lo sostiene, creando dei malumori tra Rifondazione comunista e frange più “puriste”. Le numerose liste annunciate a sostegno di Micari sono nei fatti solo quattro, tra cui la lista del candidato presidente, tanto voluta dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che nella sostanza non aveva candidati sufficienti in tutta la Regione, tanto che lo stesso Renzi ha dovuto chiedere al governatore uscente, Rosario Crocetta,  nei cui confronti il sindaco Orlando è stato sempre critico, di rinunciare alla sua affollata lista per fornire linfa alla lista di Micari presidente.
I rumors all’interno del PD sostengono che l’operazione non sia costo zero, bensì frutto di garanzie per le prossime elezioni nazionali per lo stesso Crocetta e il senatore Beppe Lumia. In alternativa Popolare, schierata a sostegno di Micari, ben 4  deputati regionali su 7 hanno improvvisamente abbandonato Angelino Alfano, ritenendo che il loro percorso politico debba continuare nel centro destra.
Nel centro destra molti malumori sono legati all’esclusione dal listino del presidente di Gaetano Armao, vice presidente designato da Nello Musumeci in caso di vittoria. Nei fatti Armao, docente universitario e avvocato, non ha un movimento politico presente su tutto il territorio regionale, ma ha incassato il sostegno e l’apprezzamento diretto di Silvio Berlusconi.
Infine, ma non per questo meno rilevante, è l’inchiesta per abusivismo che ha coinvolto il sindaco di Bagheria, uno dei più grandi comuni dell’hinterland palermitano, Patrizio Cinque, pentastellato della prima ora, collaboratore presso il gruppo dei deputati regionali siciliani e main sponsor del candidato governatore Cancelleri.
La distanza dalla politica da parte degli elettori anche in Sicilia rischia di essere il vero ago della bilancia  nell’imminente competizione, solo una campagna elettorale franca e di prossimità ai problemi della gente comune potrà determinare un’inversione.

Tutti gli schieramenti alle elezioni regionali in Sicilia

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