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Si chiama Call to Action ed è il nuovo sistema di organizzazione sul territorio del Movimento 5 Stelle. Niente più meetup, quindi, forse. Niente più – forse – gruppi indipendenti che, dal basso, organizzano le sezioni territoriali del Movimento attraverso la storica piattaforma usata a partire dal 2005 dagli allora “Amici di Beppe Grillo”. Nasce oggi su Rousseau il nuovo sistema di organizzazione e comunicazione degli iscritti al Movimento 5 Stelle. Ecco come funziona e cosa cambia.

COME FUNZIONA

I gruppi territoriali del Movimento 5 Stelle sono nati in rete, nel 2005, come “Amici di Beppe Grillo”. Appoggiandosi alla piattaforma di aggregazione chiamata Meetup, che consentiva (e consente finora) di mettere in comunicazione persone che condividevano una stessa passione (dal cinema alla musica, fino alla politica) gli attivisti pentastellati hanno creato gruppi territoriali (comunali, provinciali, regionali o altro) per organizzare incontri e dibattiti. Sono nati, all’epoca, i meetup degli amici di Beppe Grillo di Milano e Roma, così come di tante altre città sparse per l’Italia: l’ossatura di quello che poi sarebbe diventato il Movimento 5 Stelle che oggi siede in Parlamento. La piattaforma meetup permetteva (e permette), come un semplice forum, di scrivere, discutere e commentare un argomento specifico ed è proprio lì che si sono organizzati i primi incontri “fisici” tra attivisti.

Da oggi invece – come da comunicazione interna del Movimento fondato da Grillo – l’organizzazione territoriale del Movimento 5 Stelle si sposta dal sito meetup.com a una nuova sezione di Rousseau (il sistema operativo partecipativo ideato da Gianroberto Casaleggio per realizzare la “democrazia diretta”) chiamata “Call to Action” (letteralmente “chiamata all’azione”). La sezione – si legge nella mail inviata da M5S agli iscritti a Rousseau – “vuole realizzare un’idea semplice, ma ambiziosa: dare la possibilità a tutti i cittadini di partecipare, socializzare e collaborare su progetti condivisi costruendo, grazie al potere della Rete, un ponte che faccia incontrare chi vuole mettersi al servizio della comunità con chi vuole fare appello alle risorse della comunità stessa”. Nella sezione si potranno proporre “azioni” di diversa natura: “MobilitAzione”, “CollaborAzione”, “InformAzione”, “FormAzione”, “ArgomentAzione”, “SegnalAzione”, “InterAzione” e “SocializzAzione”. Tutte queste diverse tipologie di incontro “devono essere in linea con quanto descritto in precedenza e devono rispettare quanto stabilito dal Non Statuto e dal Regolamento del MoVimento 5 Stelle” e possono essere presentate solo dagli iscritti alla piattaforma Rousseau. Le diverse iniziative sono geolocalizzate attraverso una mappa interattiva, e i vari eventi possono essere commentati dagli iscritti.

COSA CAMBIA

Ma cosa cambia, effettivamente, con Call to Action di Rousseau? A guardare i meetup cittadini, gli attivisti usano ancora la piattaforma originaria per comunicare tra loro e, anzi, sembrano ignari della nuova funzione su Rousseau tanto che si spingono, su meetup.com, ad avanzare proposte come “Regolamentare i meetup” con “l’obiettivo di formulare un regolamento supportato da almeno 1000 iscritti e fatto pervenire allo Staff perché venga adottato e applicato tramite la piattaforma Rousseau” (09/06/17). Non è chiaro, quindi, come avverrà la transizione dalla piattaforma meetup a quella di Rousseau e se gli stessi militanti dei meetup (che sono un numero superiore a quello degli iscritti a Rousseau) sono stati informati, né se per la realizzazione di quest’ultima siano stati effettivamente consultati i gruppi territoriali che attualmente su meetup organizzano le iniziative.

IL VIDEO DI ROBERTO FICO: I MEETUP ORA SI TRASFERISCONO SU ROUSSEAU. GUARDA IL VIDEO QUI

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