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Le interviste a Domenico Cempella sono delle piccole e rare perle. L’ex amministratore delegato di Alitalia non è infatti solito rilasciarne. Da quando ha lasciato la guida della compagnia (febbraio 2001), dopo averne scalato le posizioni in 40 anni di esperienza partendo da addetto check-in arrivando al vertice della scala, ne avrà concesse non più di una decina. Due giorni fa su Repubblica la sua voce è tornata a suonare, grazie al colloquio con Lucio Cillis, giornalista alitaliologo di lungo corso. Una sorta di lectio magistralis ai futuri commissari (Laghi e Gubitosi molto probabilmente più un terzo da individuare). Vediamone i punti principali:

1. Il gioco di squadra
Se hai una difficile guerra da combattere non devi temere il fuoco amico dei dipendenti ma motivarli a dare tutto nell’assalto finale. Cempella ricorda infatti che nel ’96, quando prese le redini dell’azienda, la situazione economica patrimoniale era disperata, ad un passo dal fallimento. Il manager però non si scoraggiò e coinvolse i dipendenti nel piano di rilancio, con una distribuzione di azioni del 20% della società in cambio di un contenimento del costo del lavoro. Rappresentanti dei lavoratori entrarono anche nel consiglio di amministrazione. Una rivisitazione del capitalismo renano inedito nell’industria dell’aviazione civile europea

2. Il lungo raggio
Ai suoi tempi Cempella aveva una flotta di lungo raggio di 30 aerei, alcuni dedicati esclusivamente al trasporto cargo. E le low cost erano ancora in fase embrionale. E l’alta velocità era ancora un progetto di Lorenzo Necci. Nonostante ciò lo sviluppo delineato da Cempella puntava sulle destinazioni a lungo raggio. Fu questa una delle ragioni che lo portò a scegliere Klm come partner strategico, gli olandesi non avendo un mercato interno sarebbero stati gli alleati perfetti per una presenza da protagonisti, non da comprimari come oggi, sui mercati intercontinentali.

3. Partner cannibali
Ecco i partner. Vanno scelti dopo avere una chiara identità di se stessi. L’Alitalia dei capitani coraggiosi prima e di Etihad poi hanno invece chiuso e poi confermato alleanze troppo punitive con Air France e Delta Air Lines. Sul mercato americano l’Alitalia di oggi non può aprire nuove rotte ed ha una presenza più limitata e di quella di Cempella che serviva, ad esempio, anche New York Newark, San Francisco.

4. Il senso dell’etica
“Nessuna azienda di servizi può stare sul mercato senza il loro contributo responsabile (dei dipendenti ndr). Questo lo può chiedere però un management credibile, senza atteggiamenti coloniali, che riporti un senso etico nella gestione”. Alitalia ha provato lo scorso anno a dipingere il ceo Cramer Ball come un nuovo Cempella, poiché era dai tempi dell’ex amministratore delegato che non veniva messo al vertice dell’azienda un manager con competenze nel trasporto aereo (dopo gli esordi sul campo dei vari Mengozzi, Cimoli, Sabelli, Ragnetti, Del Torchio, Cassano). Non basta però aver già lavorato in una compagnia aerea per essere riconosciuto un leader autorevole. Cempella lo era perché conosceva le difficoltà quotidiane di un rampista, di un caposcalo, di un comandante e li ascoltava e rispettava tutti.

Alitalia, ecco i consigli non richiesti di Cempella ai futuri commissari

Le interviste a Domenico Cempella sono delle piccole e rare perle. L'ex amministratore delegato di Alitalia non è infatti solito rilasciarne. Da quando ha lasciato la guida della compagnia (febbraio 2001), dopo averne scalato le posizioni in 40 anni di esperienza partendo da addetto check-in arrivando al vertice della scala, ne avrà concesse non più di una decina. Due giorni…

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