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Dalla Seconda guerra mondiale in poi, molte delle relazioni transatlantiche sono state modellate a Londra e Washington e poi vendute all’audience di Bonn – e Berlino –, non sempre desiderose di sottoscriverle. Ora i tempi sono cambiati. Con il Regno Unito consumato da una storica crisi di identità e gli Stati Uniti pervasi dall’incertezza sulla propria leadership globale, i rischi di instabilità stanno crescendo. Mentre quello che stiamo vivendo rimarrà più che altro un interludio storico, sarà compito della Cancelliera Merkel gestire questo cambiamento. Mentre è ancora troppo presto per predire come le recenti elezioni britanniche possano influire sui negoziati Brexit, è chiaro che il tradizionale scetticismo d’oltremanica verso una maggiore integrazione non avrà più alcun valore. Allo stesso tempo, il presidente Trump, nonostante le sue frequenti parole conflittuali, non ha nessuna cattiva intenzione verso l’Europa. Piuttosto, resta focalizzato sulle necessità dei contribuenti americani e su un senso ampiamente condiviso per un’Europa maggiormente impegnata per se stessa, in particolare in termini di finanziamento per ottemperare ai propri bisogni di sicurezza.

Le elezioni francesi hanno portato alla luce un nuovo ed energico leader impegnato verso l’integrazione europea, tuttavia il presidente Emmanuel Macron ha davanti a sé necessarie e dolorose riforme economiche. La leadership della Cancelliera Merkel sarà perciò cruciale al fine di dare forma a un periodo scarno di tradizionali leader.

Se alle prossime elezioni dovesse vincere, aggiudicandosi un quarto mandato, la strategia della Cancelliera farà forza su cinque punti. Innanzitutto, la difesa della Banca centrale europea (Bce). Man mano che l’economia si riprende, la Bce inizierà a ridurre i tassi, ma Merkel dovrebbe difendere la sua indipendenza per impostare il proprio ritmo, nonostante le pressioni politiche della Germania per andare più veloce.

Dovrebbe anche supportare meccanismi più forti per risolvere la debolezza delle banche sotto la supervisione di Francoforte, attività molto più importante per il futuro dell’euro degli incontri tra ministri delle Finanze Ue. Il secondo punto della strategia riguarda invece la resistenza nei confronti della Russia. Come ogni leader occidentale che ben conosca il presidente Vladimir Putin, la Cancelliera deve cercare un coinvolgimento con Mosca che passi attraverso la combinazione di sanzioni e diplomazia creativa. Con Washington consumata dalle sue stesse indagini legate alla Russia, solo la Germania ha un’opportunità realistica di convogliare il supporto europeo per un piano coerente.

Il terzo elemento riguarda il perdono nei confronti della Grecia. Le riduzioni del debito dovrebbero essere condizionate a riforme che solo il prossimo governo greco potrà delineare in modo credibile. Ma gli aiuti dovrebbero essere significativi per dimostrare a tutti gli europei quanto sia più importante premiare i progressi piuttosto che punire i ritardi.

Il quarto punto della strategia è legato alla capacità di anticipare le ondate migratorie. I nuovi arrivi di rifugiati potrebbero non materializzarsi, anche se gli sviluppi in Turchia e in Siria difficilmente offrono un quadro rassicurante. In questo caso, la diplomazia potrebbe dare una mano ad assicurare una migliore cooperazione allorquando i prossimi disastri umanitari incendieranno nuove recriminazioni europee.

L’ultimo punto è legato al motto britannico di guerra: Keep calm and carry on (Stai calmo e vai avanti). Su queste parole dovrà fare affidamento la Cancelliera, soprattutto quando le controparti britannica e statunitense saranno tentate da una retorica conflittuale che ha particolare impatto sull’audience interna. Parlare troppo forte di una leadership americana annebbiata rischia di diventare una profezia che si autoavvera.

Nei negoziati con la Gran bretagna, l’Ue ha un peso maggiore, ma un’uscita caotica non beneficerebbe nessuno dei due. Per questo, il principale obiettivo dell’Ue dovrebbe essere quello di preservare il più possibile i meccanismi cooperativi e le politiche comuni. Le parole del presidente Trump – e le sue politiche – rimarranno difficili da predire e interpretare, ma la maggior parte delle forze politiche Usa restano fondamentalmente allineate con l’Europa sulle principali questioni di sicurezza nazionale e democrazia. Spetterà alla Cancelliera guidare l’Ue in un momento in cui i suoi partner principali sono troppo distratti dai propri drammi interni. In futuro Merkel potrebbe tornare ad avere un ruolo più tradizionale, ma per il momento è suo il compito di disegnare il futuro dell’Europa.

Traduzione di Valeria Serpentini

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