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Rimuovere l’ostacolo politico e procedurale, come chiede un pezzo significativo di establishment europeo, oppure tentare la strada del compromesso per risolvere diplomaticamente le frizioni con Budapest? Questo il bivio a cui è chiamato domani il Consiglio europeo straordinario, impegnato nella possibilità di concordare una via di uscita con il leader filo-russo Viktor Orban che mira evidentemente a indebolire l’Ucraina. Uno scenario che passa dalla possibilità per l’Ue di esercitare una contromossa: far crollare l’economia ungherese. È da dicembre infatti che l’Ungheria blocca aiuti per 50 miliardi di euro a Kyiv.

Qui Budapest

Il governo ungherese chiede colloqui annuali circa il piano per sostenere l’Ucraina da un punto di vista finanziario da qui al 2029. Si tratta di una decisione che necessita del sostegno unanime dei leader europei, mentre Viktor Orbán vorrebbe far dipendere il suo voto favorevole da una serie di contromisure da poter incassare.

Il premier ha osservato pubblicamente di non nutrire dubbi sulle indiscrezioni che vorrebbero pronto un piano europeo per interrompere il sostegno economico a Budapest, al fine di indebolire il sistema finanziario del paese. “Conoscendo Bruxelles, ne sono capaci “, ha detto ma Bruxelles nega (“chi sano di mente minaccerebbe di gettare un paese membro e la sua popolazione in una crisi economica?”).

Qui Ue

Con Orban o senza di lui, l’Ue troverà una soluzione per aiutare Kyiv, ha affermato il primo ministro polacco Donald Tusk. Nello specifico, osservano fonti Ue, si potrebbe attivare la procedura sanzionatoria prevista nell’articolo 7 che priverebbe l’Ungheria del diritto di voto, ma servirebbe l’unanimità e già ora la Slovacchia ha fatto sapere di non essere d’accordo, dal momento che dell’Ungheria è solida alleata.

Con l’uso dell’articolo 7 in sostanza si verificano due contingenze: in primis si sospende il diritto di voto (attraverso un voto all’unanimità) o la modifica della posizione dell’Ungheria; in secondo luogo si apre ad una sorta di deterrenza non più solo formale da parte dei leader europei.

Sostegno militare a Kyiv

Intanto l’Alto rappresentante europeo per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha dichiarato che gli Stati membri forniranno più di 21 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina nel 2024 rispetto ai 28 garantiti negli ultimi due anni, e addestreranno 20mila soldati in più entro l’estate di questo anno che si aggiungono ai quasi 40mila già formati. “Entro marzo arriveremo a 524mila pezzi consegnati, il 52% dell’obiettivo che avevamo fissato l’anno scorso”, mentre in Ue verranno prodotti 1,4 milioni di pezzi di queste munizioni.

Nel mezzo il vertice in programma in Turchia tra due settimane fra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin che 48 ore dopo sarà al Cairo dove ha in programma un incontro con Abdel Fettah al Sisi.

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