Skip to main content

Come fare per avere una crescita economica sostenibile, quando la politica fiscale (soprattutto nei Paesi avanzati) ha esaurito le armi a sua disposizione e le riforme strutturali sono di difficile applicazione o richiedono tempi lunghi prima di produrre gli effetti desiderati? Non rimangono che i tassi di cambio. Le importazioni di un Paese sono le esportazioni di un altro.

Un Paese che riesce a indebolire la propria moneta può attendersi un aumento delle esportazioni, a meno che la controparte non faccia lo stesso. Il fatto che la politica monetaria sia sempre e comunque, lo si voglia o meno, anche una politica dei cambi, pone le Banche Centrali di fronte al cosiddetto “dilemma del prigioniero”, dove il carcerato deve decidere se rimanere fedele al suo complice o confessare, danneggiandolo. Il parallelo con la politica monetaria è piuttosto evidente. Se le Banche Centrali partono dal presupposto che nel lungo termine competere attraverso la svalutazione della divisa rappresenti, nel migliore dei casi, un gioco a somma zero, ma più spesso in perdita, la raccomandazione è una sola: non iniziare una guerra valutaria!

Tuttavia non mancano incentivi ed occasioni per abbandonare questa posizione, indipendentemente dal comportamento delle altre Banche Centrali. Ma una volta che la guerra delle valute ha avuto inizio – posizione più facilmente difendibile quando i tassi di inflazione si aggirano attorno allo zero o persino in territorio negativo – è difficile fare marcia indietro. Una Banca Centrale potrebbe quindi sentirsi autorizzata a spingersi sempre più in là nella spirale della svalutazione, anziché correre il rischio di ritirarsi troppo presto ed essere l’unica a pagare, e a caro prezzo, per il rialzo della divisa.

Il “dilemma del prigioniero” che le Banche Centrali si trovano ad affrontare, aiuta a interpretare gli oltre 700 tagli dei tassi operati dalle autorità monetarie di tutto il mondo dal crollo di Lehman del 2008, ma potrebbe anche 30/11/15 Indici azionari FTSE MIB 22.718 Euro Stoxx 50 3.504 S&P 500 2.080 Nasdaq 5.109 Nikkei 225 20.012 Hang Seng 22.381 KOSPI 1.992 Bovespa 45.120 Materie prime Oil (Brent, USD/barile) 43,9 Tassi d’interesse (%) USA 3 mesi 0,41 2 anni 0,90 10 anni 2,23 Euroland 3 mesi -0,11 2 anni -0,41 10 anni 0,45 Japan 3 mesi 0,17 2 anni -0,01 10 anni 0,31 Cambi USD/EUR 1,058 spiegare la titubanza della Fed a inasprire i tassi di interesse nonostante la solidità del mercato del lavoro.

Insomma, se occorre modificare la politica monetaria, meglio attendere e farlo a piccoli passi. Ma indipendentemente dal rialzo dei tassi USA, il “dilemma del prigioniero” probabilmente si ripresenterà anche nel 2016, con tutte le implicazioni per tassi di cambio cambio, mercati finanziari e naturalmente per l’economia globale.

Draghi, Yellen e il dilemma del prigioniero

Di Hans-Jörg Naumer

Come fare per avere una crescita economica sostenibile, quando la politica fiscale (soprattutto nei Paesi avanzati) ha esaurito le armi a sua disposizione e le riforme strutturali sono di difficile applicazione o richiedono tempi lunghi prima di produrre gli effetti desiderati? Non rimangono che i tassi di cambio. Le importazioni di un Paese sono le esportazioni di un altro. Un…

La calma fragile dei mercati internazionali

Dovremmo, come suggerisce il buon senso, rimanere vigili, di fronte all’ennesimo allerta diffuso dalla Bis nella sua quaterly review di dicembre, o dovremmo semplicemente goderci la festa finché dura? Che poi la festa altro non è che una calma fragile, come l’hanno opportunamente definita gli studiosi di Basilea. Cela profonde perturbazioni che si manifestano in esplosioni di volatilità rapide ed…

Al San Carlo Maria José è Carmen!

Altro che Milano, altro che La Scala. L’Opera, quest’anno, è a Napoli, al Teatro San Carlo. Ficcatevi bene in testa questo nome: Maria Josè Montiel. È lei Carmen, ed è Partenope. Voi Siete a Napoli, ma siete a Siviglia. Ora, immaginatela uscire, sui tacchi a spillo che sgretolano i chicchi di sabbia, dalla porta del Toril che si porta al centro della…

Clima, ecco come l'Osservatore Romano bacchetta l'accordo di Parigi

Nonostante le lacrime di Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese e padrone di casa della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che s'è chiusa sabato scorso a Parigi, a ben guardare l'accordo raggiunto vi sono parecchie perplessità sull'effettiva "portata storica" di quanto concordato nelle due settimane di lavoro. Un po' a sorpresa, è l'Osservatore Romano a storcere il naso:…

Siano lodate le amministrazioni rosse che inaugurano i presepi

Compiuta la "prise du pouvoir’’ della Presidenza del Consiglio (a spese di #Lettastaisereno) un pimpante Matteo Renzi raccontava in giro che lui non sapeva che farsene della scorta, perché a difenderlo ci avrebbe pensato la gente. Da allora ad oggi non è trascorso tanto tempo (anche se in politica gli anni sono sempre bisestili), ma molta acqua è transitata sotto…

Chi c'è nell'alleanza islamica anti Isis?

Riad è ultimamente molto impegnata sulla vicende che si legano alla crisi siriana. Dal punto di vista diplomatico, pochi giorni fa s'è chiusa una riunione tra decine di fazioni ribelli al regime di Damasco, che si è tenuta in Arabia Saudita e che potrebbe essere l'incipit di una nuova via negoziale, anche se alcune fazioni combattenti non hanno preso parte…

Ecco come si agita l'anti renzismo

Come ai tempi migliori di Bettino Craxi e di Silvio Berlusconi, arrivati a Palazzo Chigi, rispettivamente, nel 1983 e nel 1994 con il proposito di cambiare davvero il Paese e garantirgli una stabile "governabilità", i toni forti di sfida usati domenica a Firenze dal presidente del Consiglio Matteo Renzi contro gli avversari dichiarati e occulti non sono piaciuti ai cultori…

×

Iscriviti alla newsletter