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Compiuta la “prise du pouvoir’’ della Presidenza del Consiglio (a spese di #Lettastaisereno) un pimpante Matteo Renzi raccontava in giro che lui non sapeva che farsene della scorta, perché a difenderlo ci avrebbe pensato la gente. Da allora ad oggi non è trascorso tanto tempo (anche se in politica gli anni sono sempre bisestili), ma molta acqua è transitata sotto i ponti. Fatto sta che la kermesse della Leopolda si è svolta all’interno di un perimetro blindato dalle Forze dell’Ordine. Per avere un’idea del clima basta leggere quanto ha scritto su Libero un grande giornalista come Giampaolo Pansa che era presente.

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Nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio (la prestigiosa storica sede del Comune di Bologna) è stato inaugurato il Presepe: una rappresentazione tradizionale con la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello. Erano presenti, tra le altre autorità, il sindaco, la presidente del Consiglio comunale e il segretario del Pd. Ha benedetto il Presepe il nuovo Arcivescovo Matteo Zuppi. A conclusione della breve cerimonia è stata cantata una nenia natalizia (“Astro del ciel’’). L’Amministrazione ‘’rossa’’ per antonomasia ha dato una lezione di identità e di stile a tanti sacerdoti pronti a rinunciare ai propri simboli.

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E’ morto Armando Cossutta. La Provvidenza (in cui forse non credeva) gli ha concesso di avere “una spinta propulsiva’’ più duratura di quella del  mondo a cui era appartenuto.

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Elezione dei giudici costituzionali: Silvio Berlusconi si è reso conto che lo fregheranno un’altra volta?

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E’ veramente singolare la simpatia con cui i grandi quotidiani hanno commentato la sconfitta di Marine Le Pen, come se  lei e la nipote fossero le vincitrici morali della sfida che si è combattuta domenica in Francia. E’ un segnale che siamo pronti alla resa?

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Si chiama ‘’Bail in’’, ma non ha nulla da spartire con un consueto intercalare genovese.

Siano lodate le amministrazioni rosse che inaugurano i presepi

Compiuta la "prise du pouvoir’’ della Presidenza del Consiglio (a spese di #Lettastaisereno) un pimpante Matteo Renzi raccontava in giro che lui non sapeva che farsene della scorta, perché a difenderlo ci avrebbe pensato la gente. Da allora ad oggi non è trascorso tanto tempo (anche se in politica gli anni sono sempre bisestili), ma molta acqua è transitata sotto…

Chi c'è nell'alleanza islamica anti Isis?

Riad è ultimamente molto impegnata sulla vicende che si legano alla crisi siriana. Dal punto di vista diplomatico, pochi giorni fa s'è chiusa una riunione tra decine di fazioni ribelli al regime di Damasco, che si è tenuta in Arabia Saudita e che potrebbe essere l'incipit di una nuova via negoziale, anche se alcune fazioni combattenti non hanno preso parte…

Ecco come si agita l'anti renzismo

Come ai tempi migliori di Bettino Craxi e di Silvio Berlusconi, arrivati a Palazzo Chigi, rispettivamente, nel 1983 e nel 1994 con il proposito di cambiare davvero il Paese e garantirgli una stabile "governabilità", i toni forti di sfida usati domenica a Firenze dal presidente del Consiglio Matteo Renzi contro gli avversari dichiarati e occulti non sono piaciuti ai cultori…

Spagna, perché i mercati non piangono per Podemos in discesa

Gli investitori stranieri vivono con moderata incertezza il voto del prossimo 20 dicembre in Spagna. Il partito euroscettico Podemos è crollato nei sondaggi, passando dal 28% al 14%. Negli ultimi giorni ha avuto una piccola ripresa, ma non supera ancora la soglia del 20%. Questo trend ha tranquillizzato fondi d'investimento e banche internazionali. Dalla City di Londra, uno dei più grandi centri…

Perché ora gli Usa premono in Libia

Con il vertice di domenica sulla Libia organizzato dalla diplomazia italiana col sostegno di Washington, la Casa Bianca ha dato prova di aver deciso di fare anche del dossier nordafricano una priorità, affidata stavolta a un alleato come Roma. La scelta rappresenta un’evoluzione nella strategia obamiana. Ma cosa ha spinto il presidente americano a preoccuparsi anche dell'ex regno di Muammar Gheddafi? IL CAMBIO DI…

Repubblicani, è duello fra Cruz e Trump

Ancora una volta, al centro del palco ci sarà Donald Trump. Ma i riflettori saranno puntati su Ted Cruz e Marco Rubio, i due astri crescenti, nei sondaggi, di questa campagna, mentre la stella di Ben Carson sta declinando e quella di Jeb Bush non s’è mai levata sull’orizzonte. Che Trump percepisca ormai Cruz come un pericolo lo si deduce…

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