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Non vi è traccia, negli interventi del Piano per il Giubileo, dell’atteso potenziamento dei radar necessario per controllare al meglio i cieli della Capitale. Dall’elenco delle ben 131 opere pensate per consentire alla città di Roma di accogliere senza patemi l’ondata di pellegrini, si evince infatti l’assenza di progetti volti a rafforzare le condizioni di sicurezza dello spazio aereo, come richiesto nei giorni scorsi dall’Enac.

LE RICHIESTE DELL’ENAC

Come già ricordato, i vertici dell’ente incaricato di regolamentare il settore dell’aviazione civile avevano posto la questione in un’intervista a Formiche.net. Nella conversazione, il presidente Vito Riggio aveva auspicato che la città di Roma potesse contare su localizzatori più potenti, utili “per individuare anche i velivoli più piccoli” ed evitare così non solo che la Città Eterna possa essere ancora teatro di un caso imbarazzante come quello delle discusse esequie di Vittorio Casamonica, ma anche prevenire fenomeni di stampo criminoso e terroristico in vista di eventi di richiamo globale, come il prossimo Giubileo, appunto. Cosa sarebbe accaduto, infatti, lamentano gli addetti ai lavori, se da quell’elicottero a posto dei petali fossero state sganciate bombe, magari da cani sciolti indottrinati dalla propaganda dell’Isis?

I RISCHI

La situazione, ha riconosciuto più volte anche il ministero dell’Interno, è sotto controllo ma l’allerta è alta e il pericolo di attacchi non è da sottovalutare. Per questo gli esperti si augurano che le richieste di Riggio – considerate fondamentali per garantire i più alti standard di sicurezza pubblica – non subiscano troppi ritardi o addirittura saltino. L’Italia è da mesi nel mirino dei terroristi sia nei fatti (come dimostrano i molteplici arresti di jihadisti organizzati o improvvisati) sia nei proclami (sono diversi i video dei drappi neri che minacciano Roma e il Vaticano). Ecco perché farsi trovare pronti, viene rimarcato, è oggi più che mai necessario.

I DUBBI

La proposta dei vertici di Enac, hanno ribadito alcuni diretti interessati ascoltati da questa testata, non è passata inosservata. Allora restano dei dubbi. Perché non se n’è discusso, come invece era previsto, nel Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza del 24 agosto (come si evince non solo da “confessioni” informali, ma anche dall’assenza di riferimenti in conferenza stampa)? E soprattutto come mai i radar non sono presenti nell’elenco delle 131 opere potenziali individuate dalla giunta capitolina il 6 agosto (qui la delibera) e tra le quali il Comune dovrà individuare le priorità?

GLI OSTACOLI

L’ostacolo, dicono i bene informati, è duplice: la tempistica e le risorse. Seppure apprezzabile, l’idea dell’Enac è arrivata dopo la definizione delle priorità – un dettaglio non insuperabile – ma comunque non è a costo zero. Forse, anche per questo, il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, si è cautamente guardato dall’affrontare nello specifico il tema (che dopo essere uscito dalla “porta” – la delibera del Campidoglio -, potrebbe rientrare dalla “finestra” – ovvero l’annunciata prossima direttiva che includerebbe un nuovo piano di controllo del territorio).

I NUMERI DEL PIANO GIUBILEO

Il caso è singolare perché, rimarcano alcuni analisti, se c’è una certezza, in questo caso, è proprio quella che le risorse non sembrano mancare. Bisogna solo scegliere come destinarle e, soprattutto, come rimpolpare il “capitolo sicurezza”, di cui finora s’è discusso poco o niente. I soldi, come detto, ci sono. Sono ben 46 gli interventi che apriranno i lavori del Piano Giubileo e – ha scritto ieri Massimo Frontera sul Sole 24 Ore – “possono contare su 50 milioni di euro“. Inoltre, il vice sindaco Marco Causi, aggiunge il quotidiano confindustriale, “ha già spuntato informalmente ulteriori 30 milioni” e “nell’incontro di martedì prossimo al ministero dell’Economia cercherà di aumentare il più possibile questa dote“. “Decoro, trasporti, manutenzione cittadina, urbanistica“, ha elencato Il Messaggero. “Si divide in quattro capitoli il piano per il Giubileo presentato dal Campidoglio a Palazzo Chigi: 131 progetti, suddivisi in 71 pagine, per i quali il Governo” concederà “una riduzione dei tempi ordinari per portare a termine le gare d’appalto”. Tocca “alla giunta di Ignazio Marino scegliere quali mettere effettivamente in campo (alcuni sono stati già individuati, ndr), a seconda dei fondi disponibili: per ora il ministero dell’Economia ha autorizzato uno sforamento di 50 milioni dei limiti del patto di stabilità, ma le stime di Palazzo Senatorio parlano di circa 400 milioni necessari per portare a termine tutto il programma. Ci si fermerà, probabilmente, a metà strada“. Sarebbe impensabile, dunque, sottolineano gli esperti, se in questo fiume di denaro che verrà speso, non si trovassero le (relativamente) poche risorse utili a garantire che il Giubileo possa svolgersi nel modo più sicuro possibile.

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