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La nomina di Federica Mogherini al vertice della diplomazia europea e come numero due della Commissione di Bruxelles è ormai cosa fatta. La nomina è stata ufficializzata dal Consiglio dei Capi di Stato e di Governo, chiamato a decidere sui nuovi vertici dell’Unione e a valutare le principali crisi che in questi giorni si inseguono alle porte d’Europa, in Ucraina come nel Mediterraneo, fino al Medio Oriente.

Una donna quindi succede ad un’altra donna. Ma soprattutto un’italiana succede ad un’inglese. Siamo certi che Catherine Ashton non sarà rimpianta. I suoi limiti sono stati quelli dell’intera Ue in questi anni: incerta, timida, senza visione strategica. E in più frustrata dall’avere alle spalle un Governo, quello di Londra, tradizionalmente ondivago tra la vocazione europea e la ritirata isolana.

La Mogherini è attesa da prove impegnative, sin da subito. Il cortile della casa europea brucia, tra crisi ricorrenti, come quella a Gaza, guerre di secessione in Ucraina e minacce nuove come il terrorismo dell’IS in Iraq e Siria. Il tutto mentre in Libia il caos rischia di far saltare anche l’ultima parvenza di unità nazionale del Paese, dove ormai ai santuari tribali si affiancano porti franchi per terroristi e trafficanti di uomini.

Per questo la politica estera e di sicurezza torna oggi centrale per qualsiasi sviluppo del disegno europeo. E l’incarico di Lady PESC, contrariamente all’opinione comune che vuole ridurre l’Europa e la vita degli Stati alla sola economia, è quanto mai strategico. Dopo la mancata nomina di Franco Frattini a Segretario Generale della NATO è una candidatura opportuna e autorevole ma arrivata in un passaggio storico troppo incerto e delicato per l’Italia in abbiamo l’occasione di far valere il nostro peso ai massimi vertici europei. Non accadeva dai tempi di Romano Prodi e Mario Monti. Tempi molto diversi, assai lontani.

Ecco perché ci permettiamo di dare alcuni consigli alla nuova Lady PESC, ovviamente non richiesti.
Non sia istituzionalmente timida, assuma la leadership dei temi ben oltre le crisi. Oggi la politica estera è tutto o quasi. E’ diplomazia, è cultura, è soft power, è energia, è giustizia, è intelligence. Insomma, se interpretato e condotto adeguatamente, questo ruolo può essere il traino per molti aspetti della nostra dimensione europea di sicurezza, difesa ed economia.

Non attenda le crisi, le anticipi. Troppe volte la Baronessa Ashton è stata chiamata quando la casa era già in fiamme. Adesso si tratta di anticipare i nuovi, possibili focolai, oltre a spegnere i molti incendi che già divampano.
Sviluppi finalmente una dimensione europea di analisi e previsione strategica. L’Europa deve tornare ad essere produttore di sicurezza anche in termini di analisi e previsione strategica.

Si doti, la nuova Lady PESC, di un Consiglio per la Sicurezza europea (CSE), sulla falsariga del National Security Council americano, un luogo nel quale analizzare le minacce dei prossimi vent’anni e non solo quelle di oggi o domattina.
Apra l’Europa al mondo. Lady PESC dovrà avere la valigia sempre pronta. Non soltanto per viaggiare verso Kiev, Mosca, Tel Aviv, Erbil o Tripoli ma spingendosi anche a Pechino, Nuova Delhi, Brasilia, Pretoria. E soprattutto a Riad, Teheran e Doha, dove si decide il destino del Medio Oriente di domani.

Non abbia timore di interpretare la sua visione di politica estera e di sicurezza. Mediare tra i 28 non deve essere cosa semplice. Ma dall’osservatorio della Farnesina la Mogherini ha potuto cogliere la complessità e le opportunità della dimensione mediterranea della sicurezza italiana ed europea e l’importanza del pilastro transatlantico. Da Bruxelles tutto potrà apparire diverso, forse più lontano. Ci auguriamo che non sia così, soprattutto quando ci sarà da discutere di immigrazione, di Libia o dei drammatici sbarchi a Lampedusa.

O, ancora, quando a Washington i nostri amici e alleati americani si aspetteranno che l’Europa faccia la propria parte di fronte alle crisi che si moltiplicano. Questa volta per davvero e non solo a parole.

In bocca al lupo, congratulazioni e buon lavoro, Lady PESC.

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