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Il Congresso nazionale della Cgil, che si terrà a Rimini dal sei all’otto maggio, rischia di avere due vincitori: Susanna Camusso, dal punto di vista politico, e Maurizio Landini, da quello mediatico. Il risultato è scontato, perché dai lavori congressuali non uscirà una conclusione unitaria. Quindi, la segretaria generale della Cgil confermata a larghissima maggioranza, da una parte, e il segretario generale della Fiom, in minoranza e all’opposizione, dall’altra.

DUE VINCITORI

La previsione pare soddisfare entrambi. La prima, perché vedrà confermarsi la scelta dell’unità d’azione con le altre due principali Confederazioni, culminata con la firma del testo unico sulla rappresentanza avvenuta il 10 gennaio scorso.

Il secondo, che contesta proprio questo accordo, perché potrà occupare la scena dei media come oppositore “tout court” della prima ora delle scelte sindacali. Maurizio Landini si arrabbia quando lo paragonano a Fausto Bertinotti per la sua riluttanza a firmare accordi contrattuali. Ma è pura verità che, da quando è stato eletto leader della Fiom nel 2010, non ne ha firmato alcuno con le più importanti parti datoriali nel mondo metalmeccanico, cioè Federmeccanica e Fiat.

MAURIZIO LANDINI E I MEDIA

La sua segreteria è nata sotto una vera e propria stella mediatica. Quattro anni fa, infatti, a guida del governo c’era Silvio Berlusconi e dovevano svolgersi le elezioni regionali. La Commissione di Vigilanza Rai bloccò tutte le trasmissioni di approfondimento politico a partire dal mese di marzo.

Come risposta Michele Santoro, concepì “Raiperunanotte”, una trasmissione di protesta ed infointrattenimento,che aggirò il divieto parlamentare e che andò in onda dal “Paladozza” di Bologna la sera del 25 marzo 2010. Questa puntata unica venne trasmessa su una rete composta da televisioni locali e nazionali, più o meno grandi, e siti web.

Un vero e proprio successo. I dati di ascolto danno una chiara idea della portata dell’evento:le stime ufficiali parlano di circa tre milioni di spettatori solo sulle reti televisive nazionali che corrispondono all’11/12% di share a cui vanno aggiunti i dati dello streaming on line, circa 300mila persone connesse simultaneamente. Ma anche sui social network si è registrata una profonda ricaduta. La pagina ufficiale su Facebook è stata seguita da oltre 200mila utenti.

Durante le tre ore e mezza di diretta i nove messaggi ufficiali scritti sulla fanpage di Facebook hanno ricevuto 15mila commenti. Anche lo scambio di opinioni su twitter è diventato frenetico: i followers del canale erano un migliaio, ma il tag #raiperunanotte è diventato in poche ore il più diffuso nell’intero Paese ed il secondo al mondo. Dalle ore 21 alle 24 è stato secondo solo al tag #obama, ma tra le ore 22 e le 24 i due tag si sono equivalsi. E’ bene ricordare che i compagni di viaggio di Santoro sono stati, tra gli altri, Daniele Luttazzi, Elio e le Storie Tese, da Mario Monicelli, Giovanni Floris, Milena Gabanelli, Gad Lerner.

TUTTINPIEDI, LANDINI COME SANTORO

Chi legge si chiederà cosa c’entra tutto questo con Landini. C’entra eccome, perché lo stesso format sarà usato “tale e quale” per celebrare solo pochi mesi dopo i 110 anni della Fiom. “Tuttinpiedi” rappresenta l’iniziazione di Maurizio Landini ai fasti mediatici consolidati nel tempo. Insieme ai metalmeccanici della Cgil, riuniti sempre a Bologna la sera del 17 giugno 2011, Roberto Benigni, Maurizio Crozza, Serena Dandini, Corrado Guzzanti, Daniele Silvestri, Teresa De Sio. Una trasmissione mandata in onda con le stesse modalità di “Raiperuna notte”: evento live,trasmissione televisiva in syndacation e streaming on line.

GLI ASCOLTI

L’intento, questa volta era quello di rappresentare le storie di artisti e lavoratori per discutere della situazione sociale e politica del Paese. Con il limite, però, di farlo a senso unico, ovvero secondo le percezioni della Fiom. Ed il pubblico se ne è accorto. Rispetto a “Raiperunanotte” i telespettatori si sono dimezzati: un milione e mezzo. Per quanto concerne la syndacation, la Current Tv, il canale ha fatto l’1,46% di share e oltre 225.000 telespettatori medi al minuto. Cosa dedurre da questa esperienza? Per gli autori dei programmi televisivi, sicuramente che Maurizio Landini fa ascolti quando parla di problemi politici, sociali.

SULLA SCENA SENZA CONTRADDITTORIO

Se proprio deve toccare argomenti sindacali, meglio quelli confederali che di categoria. Poi, che al leader della Fiom non bisogna mai contrapporre sindacalisti, perché possono dare, per paradosso, risposte specifiche sul medesimo tema trattato che inficiano la figura del loro interlocutore; meglio, politici, economisti e sociologi che fanno polemica, ma che non approfondiscono più di tanto sull’enunciazione del dirimpettaio.

Sarà un caso, ma si possono contare sulle dita di una mano le volte in cui in un salotto televisivo Landini abbia avuto un contraddittorio con un altro omologo della categoria metalmeccanica, o di un’altra confederazione sindacale. Meglio una zuffa con Maurizio Gasparri, o Daniela Santanchè, che un battibecco con Bonanni, o Angeletti. E non è un caso che dal 2010 ad oggi molte delle persone che parteciparono come ideatori di quella esperienza, siano i principali padroni di casa delle ospitate tv del leader Fiom. Il motivo perché lo fanno è intuibile. Il pubblico predilige il sindacalista crudo e puro che si cimenta in dibattiti politici che sconfinano dal suo effettivo “core business”, purché dia costanti garanzie di voler continuare l’impegno sindacale e non passare in politica.

IL SINDACALISTA SUI MASSIMI SISTEMI

Insomma, funziona in televisione il sindacalista “barricadiero” che parla dei massimi sistemi, anziché render conto di quello che quotidianamente fa. Anche di questo dovrà tener conto Susanna Camusso subito dopo la vittoria al Congresso di Rimini. La Fiom farà opposizione all’interno della Cgil usando sempre più temi confederali anzichè di categoria. E così muovendo può trovare sempre più consenso tra i telespettatori, utenti della radio e frequentatori della rete. Il Paese vive una fase di passaggio epocale in cui si registrano diffidenze ed insoddisfazioni verso gli spazi di rappresentanza intermedia.

La reazione è sovente rappresentata da una serie crescente di azioni individuali o collettive messe in atto per identificare problemi che riguardano una comunità e per agire nei loro confronti. In questa ottica l’azione anche di una esigua minoranza, rispetto all’intero sindacato confederale di corso d’Italia, può rappresentare una spina nel fianco per l’immagine pubblica del sindacato, oltre la stessa Cgil. Nel 2010 ci sono state le prime avvisaglie. Dopo il Congresso di Rimini d’inizio maggio il problema si ripresenterà con maggior evidenza.

 

Antonello Di Mario, Responsabile dell’Ufficio Stampa della Uilm nazionale

Fenomenologia Tv di Maurizio Landini

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