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Leggo i dati ISTAT sulla situazione italiana e trovo conferma del grave disagio sociale in cui versa la realtà italiana e osservo la fotografia del declino: nel 2013 sono nati 515mila bambini, mai così pochi negli ultimi 20 anni. Nel 2012 emigrati in 68mila, +36% sul 2011. Disoccupati a quota 6,3 milioni, 100.000 giovani sono emigrati all’estero in cerca di lavoro.
Crisi: “Deboli segnali positivi”. I poveri nel 2013 sono 7,6 milioni, un milione in meno dell’anno precedente.

L’ANOMALIA SOCIALE

Da questi numeri appare una condizione molto simile a quell’anomia sociale analizzata da Emile Durkheim, uno dei padri della sociologia del XIX secolo, derivante da una forte discrepanza tra i fini che una società propone ai suoi componenti e i mezzi materiali di cui ciascuno dispone; un venir meno dei gruppi sociali intermedi, con la progressiva distruzione dell’istituto cardine, la famiglia, e l’assenza di regole e norme in grado di garantire una forte connettività sociale.

LE VIE D’USCITA

Da tale condizione di frustrazione individuale e sociale due sono le possibili vie d’ uscita: il prevalere dell’aggressività individuale e sociale o un ritrarsi nella regressione personale e collettiva. Tutto lasciava presumere che potesse prevalere la prima e Grillo ne stava rappresentando uno dei sintomi più evidenti, mentre, in realtà, montavano i suicidi dei piccoli e medi imprenditori in varie parti del Paese, sino all’ultimo di Mestre dei giorni scorsi.

I FLUSSI ELETTORALI

Leggo l’analisi dei flussi elettorali dell’istituto Cattaneo di Bologna: Il Partito democratico guadagna voti rispetto alle elezioni europee del 2009 e alle politiche del 2013; crescita sostenuta in tutto il territorio nazionale anche in valori assoluti
. Il Movimento 5 stelle subisce un tracollo in voti assoluti. Il centro-destra (Forza Italia e Nuovo centro-destra) perde sonoramente rispetto alle precedenti europee e alle politiche 2013. Lega Nord e Tsipras avanzano rispetto al 2013, ma non recuperano sul 2009. Scelta civica di Monti e l’infelice assemblaggio con il Centro democratico di Tabacci e altri scompaiono nell’assoluta irrilevanza.
Sono risultati che danno conferma del giudizio formulato a caldo la notte di domenica 25 maggio: la speranza ha prevalso sulla rabbia sociale. Ha vinto il rifugio nell’idea già democristiana del “ progresso senza avventure” che era stata formulata dalla SPES agli inizi degli anni’60, che sembra perfettamente rappresentata da Matteo Renzi e dalla sua rinnovata squadra di giovani rampanti.

ISTAT E RISULTATI ELETTORALI

Se correliamo questi dati di provenienza statistica, quelli dell’ISTAT, con quelli dei risultati elettorali, mentre non scompare la realtà di una grave situazione di sofferenza e disagio sociale, non v’è dubbio che, al di là della confermata consistente astensione, comunque inferiore a quella di altri paesi europei, ha prevalso l’idea della continuità nella governabilità su quella di un forte mutamento politico. Insomma, proprio quell’idea del “progresso senza avventure” affidando a Renzi il compito di provarci.

LA TEORIA DEI QUATTRO STATI

Richiamando quella che in alcuni articoli scorsi ho definito la teoria dei quattro stati, non v’è dubbio che il primo ( lo stato della casta) e il secondo stato ( quello dei diversamente tutelati) hanno prevalso sul terzo ( quello realmente produttivo della ricchezza nazionale) e sul quarto ( quello dei non garantiti) e Beppe Grillo non è riuscito a catalizzare tutto il malessere diffuso nei due stati numericamente maggiorenti, ma non ancora in grado di esprimere un sentire comune e una forte unitaria rappresentanza politica e culturale.

Sarebbe, tuttavia, un grave errore leggere i risultati elettorali secondo il metro delle ideologie passate: destra-sinistra-centro.

IL MERITO DI RENZI

Matteo Renzi ha mutato profondamente natura e cultura del PD e dobbiamo riconoscergli il merito che, dopo quel voto, non sarà più “ il cane a muovere la coda” come nella lunga storia dal PCI al PDS e DS, poiché è la natura stessa di quel soggetto che è profondamente cambiata, subendo una trasformazione profonda di tipo genetico e generazionale.

Fuorviante, altresì, sarebbe tentare di rifugiarsi nel permanente ritorno dell’uguale, a quella vecchia formula dell’unità dei moderati ancora una volta indicata da Berlusconi.

L’ESPLOSIONE SOCIALE

La società italiana, infatti, vive tuttora una condizione di grave disagio sociale, economico, occupazionale e culturale e la rabbia e l’esplosione sociale, dopo quest’ultima prova di fiducia sistemica, potrebbero improvvisamente comparire, solo che qualche soggetto, gruppo o movimento fosse in grado di incanalarle in un progetto politico e a rappresentarne efficacemente la natura.

Serve una severa e innovativa riflessione politica che, noi democratici cristiani di tutte le diverse chiese e chiesette, compiremo sabato 7 giugno in una riunione convocata a Roma, all’hotel Mantegna, dall’amico Gianni Fontana.

Lettura dei risultati elettorali alla luce dei dati Istat

Leggo i dati ISTAT sulla situazione italiana e trovo conferma del grave disagio sociale in cui versa la realtà italiana e osservo la fotografia del declino: nel 2013 sono nati 515mila bambini, mai così pochi negli ultimi 20 anni. Nel 2012 emigrati in 68mila, +36% sul 2011. Disoccupati a quota 6,3 milioni, 100.000 giovani sono emigrati all’estero in cerca di…

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