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“C’è bisogno di bulli” per la politica italiana, come scrive oggi Il Foglio? Sarà, ma chi vince e chi perde davvero in questa storia?

Passiamo in rassegna i protagonisti della vicenda, dopo il voto della direzione del Pd che sfiduciando di fatto il premier Enrico Letta ha indotto lo stesso Letta ad annunciare le dimissioni da presidente del Consiglio.

RENZI E LETTA VISTI DA PIZZI. LE FOTO

Matteo Renzi
Lo scalpitante segretario del Pd realizzerà finalmente il suo sogno. Le manfrine secondo le quali il sogno era un incubo dei non renziani si sono rivelate per quello che erano: manfrine. La realtà dimostra che l’ambizione personale è quasi sempre ciò che guida un politico, incluso Renzi. Ma al di là dei traguardi personali, il rottamatore a Palazzo Chigi potrà finalmente dimostrare di che stoffa è fatto e di “cambiare verso” come aveva promesso al Paese. Una sfida non facile con le paludi che caratterizzano la politica italiana e i grovigli burocratico-amministrativi che attanagliano gli apparati statali. “Matteo può rompersi l’osso del collo”, come ha ammesso il renziano Matteo Richetti. Ed è forse per questo che tanti fuori e nel Pd hanno spinto per questo passaggio di testimone. La carta vincente che “brucia” è un’ipotesi più che verosimile. Vincitore a metà.

Enrico Letta
Perde a metà invece Enrico Letta. Il suo governo potrebbe finire tra poche ore, eppure lui rilancia con “Impegno Italia” (GUARDA LE FOTO DI PIZZI). Un rilancio forse fuori tempo massimo ma che gli consente di uscire a testa alta. Definendosi “uomo delle istituzioni”, sceglie di non abbassarle a terreno di scontro con il suo compagno di partito. E di fatto mostra, come scrive oggi Stefano Folli sul Sole 24 Ore, il “lato oscuro” della scalata renziana.

Silvio Berlusconi
Si allontana il giorno del voto ed è per questo che questa strada lascia perplessa Forza Italia. Ma Berlusconi può ritenersi comunque soddisfatto perché il suo “competitor” rischia di uscire di scena con un flop clamoroso, come preannuncia Vittorio Feltri. Il Cavaliere poi tiene sotto scacco il segretario perché può far saltare quando vuole il tavolo delle riforme, mandando in frantumi il tanto sbandierato riformismo renziano. I precedenti storici del resto raccontano che questa non sarebbe fantapolitica.

Angelino Alfano
Traccheggia Angelino Alfano tra i due contendenti e quindi si becca una nuova accusa di “traditore” dal Giornale. Però, come ha svelato Bruno Guarini su Formiche.net, gli alfaniani sono convinti di poter avere più benefici da un governo Renzi, in cui comunque il peso del Nuovo Centrodestra sarà ridimensionato, rispetto all’esecutivo Letta, che di fatto appariva sostenuto solo dal loro partito. E nel frattempo in vista delle Europee si cercherà una collaborazione con i Popolari capitanati da Mario Mauro.

Mario Monti
C’è Mario Monti dietro la rottamazione di Letta? È il quesito malizioso che ci siamo posti. Le rivelazioni del Professore bocconiano ad Alan Friedman sembrano aver dato il colpo finale al governo e la spinta decisiva per il nuovo inizio di “Matteo”, con cui manovre di avvicinamento sono in corso da tempo. E fra gli esponenti dei partiti che componevano la coalizione a sostegno dell’esecutivo retto da Enrico Letta, Monti e i montiani di Scelta Civica sono stati di sicuro quelli più bizzosi e critici verso l’operato del governo.

Beppe Grillo
Beppe Grillo e il suo M5S vanno senza dubbio nella colonna dei vincenti. Con la mossa renziana da palazzo, i grillini possono continuare a dirsi fieramente “diversi” e andare avanti nella loro opposizione contro tutto e tutti. Con sempre più proseliti forse, a giudicare dai tanti piddini indignati per l’ennesimo presidente del Consiglio “nominato” e per l’immagine devastante che ne esce del loro partito. E’ sicuramente il Pd il vero perdente di tutta questa storia?

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