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Dunque Pier Carlo Padoan e Angelino Alfano, stando alle prime indiscrezioni a pochi minuti dalla salita di Matteo Renzi al Quirinale, saranno rispettivamente ministro dell’Economia e ministro dell’Interno.

Dunque al Tesoro andrà uno dei candidati già individuati per il Mef dall’ex premier Enrico Letta, anche se fu preferito il super tecnico Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia; a Padoan è stata poi riservata la presidenza dell’Istat nonostante qualche traversia parlamentare.

E al Viminale c’è la conferma del leader del Nuovo Centrodestra che tanto ha smaniato per mantenere il posto, nonostante più di un rilievo su questa impostazione. Restano ministri anche Maurizio Lupi (Infrastrutture e trasporti), Beatrice Lorenzin (Salute) e Andrea Orlando (spostato dall’Ambiente alla Giustizia). Auguri a tutti: la composizione definitiva del governo è comunque notevole per novità.

Ma visto il clima di suk che si è creato per la composizione del consiglio dei ministri, e dopo gli alti lai sulla palingenesi politica nel metodo e nel merito più volte evocata dal premier in pectore e dai renziani di stretta osservanza, permangono – anzi si rafforzano – le perplessità che Formiche.net ha sollevato su modi e tempi della rottamazione del governo Letta. Viste anche le reali ambizioni del sindaco di Firenze su nomine in società pubbliche e altro (confermate anche dal napolitaniano Emanuele Macaluso) e le attese miracolistiche suscitate da un Pd destabilizzatore (secondo il giudizio e la definizione di un intellettuale come Luciano Pellicani).

A questo punto è lecito chiedersi: era proprio necessario rottamare il governo Letta per una specie di esecutivo Letta bis con premier Renzi? Non era più opportuno un rimpasto renziano dell’esecutivo Letta?

Ma evidentemente, come tutte le rivoluzioni, soprattutto quelle annunciate, anche la Rottamazione ha ipocrisie che i renziani devoti non vedono perché sono intenti già a decantare il Rinascimento ad opera di Mago Matteo.

Chi di sicuro già gongola è Silvio Berlusconi. Si sta garantendo di fatto una non ostilità del governo Renzi, vista anche la collaborazione sulle riforme istituzionali indispensabile per Renzi, e nel contempo incasserà i benefici di stare all’opposizione.

Il vero mago è sempre il Cav?

(ECCO COME RENZI SI VESPIZZA CON ALFANO. LE FOTO DI UMBERTO PIZZI)

Gioie e ipocrisie del governo Renzi

Dunque Pier Carlo Padoan e Angelino Alfano, stando alle prime indiscrezioni a pochi minuti dalla salita di Matteo Renzi al Quirinale, saranno rispettivamente ministro dell’Economia e ministro dell’Interno. Dunque al Tesoro andrà uno dei candidati già individuati per il Mef dall’ex premier Enrico Letta, anche se fu preferito il super tecnico Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia; a Padoan…

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