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Bene ha fatto il premier Enrico Letta ad invitare i colleghi europei e le autorità ucraine alla riflessione e ad abbassare i toni delle dichiarazioni per permettere di trovare una via di dialogo comune. Di fatto, si sta perdendo il controllo della situazione e questa mattina il primo ministro Mykola Azarov ha rassegnato le sue dimissioni in un tentativo per far calare la pressione delle piazze dove è scoppiata la violenza.

LA CONFUSIONE SULL’ASSE BRUXELLES-BERLINO
Lo stesso Papa Francesco ha accennato al bene comune e al dialogo durante l’ultimo Angelus. A quanto pare il nervosismo e la confusione regnano sull’asse Bruxelles-Berlino più che a Kiev. Almeno lì Yanukovich e i leader dei partiti dell’opposizione e dei manifestanti pare non abbiano più opzioni.
Il primo ha cercato di distendere la mano e offrire la guida del governo a entrambi, i due hanno rifiutato invocando le elezioni presidenziali.

LE DINAMICHE DELLA CRISI
Ora, a chi comprende un po’ le dinamiche delle crisi violente, ben dimostrabili nell’ultimo ventennio, le opzioni ucraine portano entrambe allo stesso risultato: alla violenza. Se il presidente non cede alle presidenziali aumenterà la violenza e si cercherà di innescare un conflitto nazionale, dovesse egli ricorrere all’esercito. Dovesse indire le elezioni, ci sarebbe l’ennesimo conflitto post elettorale tra vincitori e vinti, con la latente promessa della violenza sullo sfondo a farla da padrona.

L’INTERVENTO DI FRANCIA E GERMANIA
La sicurezza che la Russia stia ferma in questo periodo sono certe. Le Olimpiadi invernali e i negoziati hanno priorità rispetto ad una crisi ben gestibile per loro.
Il vero problema è tra Unione Europea e in alcuni Stati membri. Già si sollevano voci “univoche”. Barroso richiama le sanzioni per i leader attuali nel caso in cui continuino le violenze. Martin Schulz dichiara che l’Europa non permetterà l’aggravarsi delle violenze e che, se necessario, si prenderanno misure economiche contro il paese e si chiuderanno i confini per i membri del governo e delle loro famiglie. La Germania e la Francia richiamano gli ambasciatori ucraini e li invitano a far cessare le violenze e l’abrogazione della legge sulle manifestazioni pubbliche e Yanukovich ha obbedito immediatamente, andando forse oltre alle richieste della Merkel e di Hollande.

LA DEBOLEZZA EUROPEA
Ma la Ue cosa vorrebbe e come pensa di gestire la situazione? Ha un’idea comune oppure vuole gestire la violenza? I leader ucraini in carica hanno svolto i compiti assegnatigli dalle nazioni. Ma che suggerimenti arrivano da Bruxelles? Sino ad ora le dichiarazioni parlano di restrizioni e sanzioni ai leader ucraini e non di invito ai manifestanti di cessare le occupazioni delle Istituzioni e di non seguire gli inviti ad armarsi da parte di membri del governo decaduto di Yulia Timoschenko.

OPPOSTE… OPPOSIZIONI
Come mai l’Alta Rappresentante Catherine Ashton non ha messo sul tavolo alcuna soluzione condivisa politicamente? Fior fior di studi strategici ed esperti diplomatici europei non hanno alcuna idea da proporre sia a Yanukovich sia agli oppositori? Sempre che gli ultimi li ascoltino, a me pare che si siano sentiti mollati da tutti, perché non sono organizzati e rifiutano tutto, tranne che ragionare con la violenza, ad eccezione del gruppo guidato dall’ex pugile Vitali Klitschko. Sempre che qualcuno non abbia pensato anche a gestire le due opposizioni, già pare evidente che siano agli opposti, per storia e idee.

Perché l'Ucraina è scivolata nel caos

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