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Il tema dell’austerità imposta da Bruxelles entra di prepotenza nell’agenda del governo Letta, finora attento – in continuità con l’azione del predecessore Mario Monti – a non infrangere, ma anzi a consolidare, i dettami della Commissione europea imposti da Berlino in materia di finanza pubblica.

L’APPELLO DI RENZI
A sparigliare le carte, ancora una volta, è stato uno scalpitante Matteo Renzi, che ha messo in difficoltà l’esecutivo invocando dalle pagine del Fatto Quotidiano la necessità di andare oltre il vincolo del 3% nel rapporto deficit/Pil che costituisce le fondamenta della disciplina comunitaria sui conti pubblici, il noto “Fiscal compact”.

IL FRONTE ANTI-RIGORE
Sul tema dell’insostenibilità dell’attuale assetto della moneta unica si dibatte apertamente e fioccano ormai le proposte, come quella di un referendum consultivo sui vincoli di bilancio ipotizzato su Formiche.net dall’economista e docente Gustavo Piga, ma anche appelli di economisti che in virtù di questi “lacci” e della riappropriazione della sovranità monetaria nazionale predicano senza se e senza ma l’uscita del nostro Paese dalla moneta unica, come Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Antonio Maria Rinaldi.

LE TESI DI REALFONZO
Nell’intervista con Stefano Feltri pubblicata ieri, invece, il sindaco di Firenze e neo-segretario del Partito Democratico ha rilanciato una ipotesi emersa già negli scorsi mesi in molti interventi di economisti come Riccardo Realfonzo, da anni uno dei punti di riferimento dei critici dell’austerity da un’impostazione di sinistra progressista.

ABBATTERE IL VINCOLO
La tesi che avevo svolto nei mesi scorsi, in vista della redazione della Legge di Stabilità – spiega il professore ordinario di Fondamenti di Economia Politica all’Università degli Studi del Sannio in una conversazione con Formiche.netera la seguente: per ridare fiato all’economia italiana era indispensabile andare oltre il limite del vincolo europeo del deficit del 3%. Qualsiasi manovra di finanza pubblica che, come ha poi fatto la Legge di Stabilità, si muovesse dentro quel limite, non avrebbe potuto fornire la spinta che serve all’economia italiana per uscire dal baratro“.

L’ANTIDOTO CONTRO LA CRISI
Per Realfonzo “l’unica vera mossa all’altezza della crisi italiana consisteva nello sfondare il vincolo del 3% portando a zero l’avanzo primario. In tal modo, “si sarebbe lasciato crescere il deficit pubblico progressivamente al di sopra del 5,5% del Pil, liberando così non meno di 35 miliardi di euro“. Solo con una svolta di questo tipo, a parere dell’economista, potevano liberarsi le risorse per le politiche di domanda e di offerta di cui ha bisogno l’economia italiana.

LE FRASI DI RENZI
Ma come commenta il docente l’appello di Renzi? “È certamente molto positivo – sottolinea Realfonzo – che Renzi sia consapevole della necessità di andare oltre il vincolo europeo del deficit. Aggiungo che ormai il Pd dovrebbe abbandonare ogni ambiguità assumendo, insieme ad altre forze politiche europee, una linea intransigente per un cambiamento in chiave espansiva e maggiormente solidaristica delle regole europee, e al tempo stesso esplicitando che in caso di fallimento delle trattative una opzione di uscita dall’euro non potrebbe più essere esclusa“. Una presa di posizione del genere da parte di Renzi, avrebbe secondo l’economista “un peso politico rilevante in Europa e potrebbe favorire la svolta espansiva di cui abbiamo assoluto bisogno“.

Letta ascolti Renzi e infranga il Fiscal Compact. I consigli di Realfonzo

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