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Sull'Intelligenza Artificiale torni centrale il capitale umano. L'analisi di Mensi

L’AI report 2024 indica che nel prossimo decennio la vera sfida della “New AI-conomy” sarà quella della formazione e della riqualificazione professionale, per consentire la transizione al mondo nuovo non solo per chi acquisisce nuove competenze, ma anche per chi cambia occupazione. Di qui la necessità di combinare intelligenza artificiale generativa e lavoro umano. Il punto di Maurizio Mensi, professore di Diritto dell’economia presso la Sna e direttore del laboratorio di ricerca @LawLab Luiss

IA, siamo vicini a una democrazia computazionale? Risponde Benanti

Di Paolo Benanti

La democrazia sfrutta le potenzialità delle tecnologie informatiche per rendere più efficace e inclusiva la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Se il primo decennio del secolo ci ha fatto sperare che il digitale connesso fosse lo spazio dove si sarebbe diffusa e rafforzata la democrazia liberale, la fine del secondo decennio ci ha iniziato a far temere per il futuro nello spazio digitale-computazionale. L’analisi di Paolo Benanti, professore straordinario della facoltà di Teologia presso la Pontificia università gregoriana e presidente della Commissione AI per l’informazione

Lavoro e innovazione tecnologica. Becchetti spiega di cosa preoccuparsi veramente

Sappiamo che i tanti posti di lavoro creati potranno essere occupati solo con una riqualificazione che consentirà di acquisire nuove competenze e che i lavoratori nel futuro dovranno necessariamente saper interagire con le nuove tecnologie. Per questo la direzione verso la quale dovranno essere indirizzate le politiche del lavoro, quella della formazione permanente, è assolutamente chiara se non vogliamo che il mismatch arrivi a livelli esponenziali. L’analisi di Leonardo Becchetti, professore di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata

Bruxelles non ha ancora sciolto i nodi posti da De Gasperi. Preda spiega perché

Di Daniela Preda

Si è tornati a parlare di una difesa comune europea, ma nessuno sembra accorgersi della necessità che questa sia collegata a un governo europeo e a una statualità europea autonoma. Riappaiono nuovi nazionalismi, nuove pareti di odio, quelle pareti che erano state demolite settant’anni fa. Tornare alla visione di De Gasperi e dei padri fondatori può aiutarci oggi a dare risposte alle nuove sfide che l’Europa si trova ad affrontare. Il commento di Daniela Preda, professoressa di Storia contemporanea e di Storia e politica dell’integrazione europea presso l’Università di Genova

IA, ecco la roadmap per regolare il futuro. L'analisi di Finocchiaro

Di Giusella Finocchiaro

Sarebbe un grande successo se il G7 a guida italiana individuasse una roadmap per la regolazione dell’IA, insieme a una proposta di governance globale, tanto difficile quanto necessaria. Il punto di Giusella Finocchiaro, co-founder e partner di DigitalMediaLaw e professoressa di Diritto di Internet e di Diritto privato presso l’Università di Bologna

L’innovazione plasmerà gli equilibri globali. L’intervento del ministro Urso

Di Adolfo Urso

L’accelerazione tecnologica sta spingendo l’umanità verso un nuovo paradigma, in cui la capacità di adattamento e di innovazione determinerà il successo delle nazioni. Il nostro Paese, con il suo ricco patrimonio di creatività, ingegno e competenze, è chiamato a un ruolo di leadership in questa trasformazione. Il primo passo è investire massicciamente sui fattori abilitanti che consentiranno lo sviluppo e l’adozione di queste tecnologie. Su Formiche l’intervento di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Come rispondere (realisticamente) alle sfide dell'IA. La ricetta di Butti

Di Alessio Butti

L’Intelligenza Artificiale non può essere né esaltata in modo acritico a favore di una presunta “perfezione digitale”, né liquidata con la denuncia di cataclismi culturali, morali ed etici che scaraventerebbero la nostra specie in un nuovo oscurantismo. L’analisi di Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Innovazione, pubblicata sull’ultimo numero della rivista Formiche

Così i droni sono diventati l’arma-simbolo del conflitto in Ucraina. Scrive Borsari

Di Federico Borsari

L’uso estensivo dei droni è in realtà una tendenza già emersa in altri teatri bellici della storia recente. Ciò che però distingue il caso dell’Ucraina è, innanzitutto, il numero senza precedenti di sistemi a pilotaggio remoto di ogni tipo e dimensione schierati da entrambe le fazioni. L’analisi di Federico Borsari, Leonardo fellow presso il Center for european policy analysis, Cepa, e Nato-2030 global fellow, pubblicata sull’ultimo numero della rivista Formiche

Come rendere sostenibile e credibile l’allargamento dell’Ue. Il commento di Missiroli

Di Antonio Missiroli

Per Ucraina, Moldavia e Georgia una piena integrazione nell’Ue resta difficile senza una qualche composizione, sia pure temporanea, dei conflitti (caldi o freddi) che le hanno investite. L’Unione da sola non sarebbe probabilmente in grado di garantirne la sicurezza: finora tutti i Paesi entrati nell’Ue erano prima entrati anche nella Nato. Il commento di Antonio Missiroli, professore a Sciences Po e Sais Europe, già direttore dell’Istituto di studi sulla sicurezza dell’Ue e segretario generale aggiunto della Nato, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

Perché il nuovo ordine europeo passa dall'Ucraina. Scrive l'amb. Melnyk

Di Yaroslav Melnyk

Per il secondo anno consecutivo di guerra su vasta scala, gli ucraini mantengono quasi lo stesso livello di unità attorno all’idea e alla fiducia nella vittoria dell’Ucraina rispetto alla fine dello scorso anno, ovvero circa il 93%. La riserva di forza della società ucraina è ampia e potente, nonostante sia costantemente sotto attacco da parte delle forze armate e degli strumenti di informazione e propaganda russi. L’intervento di Yaroslav Melnyk, ambasciatore d’Ucraina in Italia, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

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