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Così i droni sono diventati l’arma-simbolo del conflitto in Ucraina. Scrive Borsari

Di Federico Borsari

L’uso estensivo dei droni è in realtà una tendenza già emersa in altri teatri bellici della storia recente. Ciò che però distingue il caso dell’Ucraina è, innanzitutto, il numero senza precedenti di sistemi a pilotaggio remoto di ogni tipo e dimensione schierati da entrambe le fazioni. L’analisi di Federico Borsari, Leonardo fellow presso il Center for european policy analysis, Cepa, e Nato-2030 global fellow, pubblicata sull’ultimo numero della rivista Formiche

Come rendere sostenibile e credibile l’allargamento dell’Ue. Il commento di Missiroli

Di Antonio Missiroli

Per Ucraina, Moldavia e Georgia una piena integrazione nell’Ue resta difficile senza una qualche composizione, sia pure temporanea, dei conflitti (caldi o freddi) che le hanno investite. L’Unione da sola non sarebbe probabilmente in grado di garantirne la sicurezza: finora tutti i Paesi entrati nell’Ue erano prima entrati anche nella Nato. Il commento di Antonio Missiroli, professore a Sciences Po e Sais Europe, già direttore dell’Istituto di studi sulla sicurezza dell’Ue e segretario generale aggiunto della Nato, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

Perché il nuovo ordine europeo passa dall'Ucraina. Scrive l'amb. Melnyk

Di Yaroslav Melnyk

Per il secondo anno consecutivo di guerra su vasta scala, gli ucraini mantengono quasi lo stesso livello di unità attorno all’idea e alla fiducia nella vittoria dell’Ucraina rispetto alla fine dello scorso anno, ovvero circa il 93%. La riserva di forza della società ucraina è ampia e potente, nonostante sia costantemente sotto attacco da parte delle forze armate e degli strumenti di informazione e propaganda russi. L’intervento di Yaroslav Melnyk, ambasciatore d’Ucraina in Italia, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

Ucraina, il ruolo delle Nazioni Unite nel conflitto spiegato da Massari

Di Maurizio Massari

Il ruolo delle Nazioni Unite sull’Ucraina resta rilevante sul piano operativo sotto tre aspetti: l’assistenza umanitaria, l’accountability per i crimini e le violazioni dei diritti e la sicurezza, attraverso l’Agenzia internazionale per l’energia atomica della centrale nucleare di Zaporizhzhya. La sfida per l’Occidente è di contribuire a creare le condizioni per giungere a una pace giusta, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. L’analisi di Maurizio Massari, rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, pubblicata nell’ultimo numero della rivista Formiche

Con l'Ucraina, per una pace giusta. L'intervento del ministro Tajani

Di Antonio Tajani

L’Ucraina sta difendendo la libertà e la democrazia. Sono i valori fondanti della nostra identità europea e le basi del diritto internazionale, che intendiamo difendere perché nessuno Stato si senta più minacciato dal proprio vicino. Le democrazie liberali hanno il dovere di lavorare per arrivare a una “pace giusta” e il mondo libero è debitore verso le donne e gli uomini ucraini. Non sono soli: l’Italia continuerà a essere al loro fianco. L’intervento di Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Formiche

Perché sull'Africa la visione del G7 deve andare oltre la questione energetica

Sebbene il settore energetico rappresenti un elemento fondamentale, che va senz’altro consolidato e potenziato, una strategia nazionale di interesse continentale deve essere strutturata in modo ben più ampio e coraggioso, definendo obiettivi di lungo periodo che possano caratterizzare un ruolo dell’Italia più esteso e radicato. L’analisi di Nicola Pedde, direttore dell’Institute for global studies e professore di Geopolitica dell’energia

Cosa si aspetta Washington dalla presidenza italiana del G7. L'analisi dell'amb. Reeker

Roma può cogliere l’opportunità della presidenza del Gruppo per portare avanti temi fondamentali in un momento cruciale come questo, caratterizzato da turbolenze geopolitiche uniche, in un anno di elezioni che coinvolgono la metà della popolazione mondiale. L’analisi di Philip T. Reeker, ambasciatore, partner e lead della Europe&Eurasia practice all’Albright Stonebridge Group e chair del Global Europe program presso il Wilson center

Sicurezza energetica e nucleare, un percorso che va dalla Cop28 al G7

Il governo Meloni guarda con rinnovato interesse all’atomo e delineerà la nuova strategia italiana per un nucleare sostenibile proprio nell’anno della presidenza del Gruppo dei sette. Nell’alveo della spinta globale verso il nucleare, questo G7 sarà fondamentale per fare sì che gli impegni possano trasformarsi in azione, ossia investimenti. L’analisi di Otto Lanzavecchia

Emergenza e politiche. Pellicciari analizza il dibattito sull’immigrazione

A che punto siamo sull’immigrazione? Domanda lecita vista la presidenza italiana del G7 e dopo un 2023 che ha segnato un cambio di passo di Roma nei confronti di uno dei problemi più divisivi della recente storia politica italiana. Il commento di Igor Pellicciari, professore di Storia delle istituzioni e Relazioni internazionali presso l’Università degli studi di Urbino

Nel G7 2024 a guida italiana, clima e infrastrutture viaggeranno insieme

I grandi della terra sono consapevoli degli effetti catastrofici della mancanza di sviluppo nelle aree più povere del globo. Senza infrastrutture non c’è crescita e senza crescita non c’è futuro. Ecco perché una delle priorità della presidenza italiana del G7 è di incentivare la realizzazione di nuove infrastrutture, soprattutto energetiche, grazie al sostegno dell’Europa

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