Sebbene il settore energetico rappresenti un elemento fondamentale, che va senz’altro consolidato e potenziato, una strategia nazionale di interesse continentale deve essere strutturata in modo ben più ampio e coraggioso, definendo obiettivi di lungo periodo che possano caratterizzare un ruolo dell’Italia più esteso e radicato. L’analisi di Nicola Pedde, direttore dell’Institute for global studies e professore di Geopolitica dell’energia
Dalla Rivista
Cosa si aspetta Washington dalla presidenza italiana del G7. L'analisi dell'amb. Reeker
Roma può cogliere l’opportunità della presidenza del Gruppo per portare avanti temi fondamentali in un momento cruciale come questo, caratterizzato da turbolenze geopolitiche uniche, in un anno di elezioni che coinvolgono la metà della popolazione mondiale. L’analisi di Philip T. Reeker, ambasciatore, partner e lead della Europe&Eurasia practice all’Albright Stonebridge Group e chair del Global Europe program presso il Wilson center
Sicurezza energetica e nucleare, un percorso che va dalla Cop28 al G7
Il governo Meloni guarda con rinnovato interesse all’atomo e delineerà la nuova strategia italiana per un nucleare sostenibile proprio nell’anno della presidenza del Gruppo dei sette. Nell’alveo della spinta globale verso il nucleare, questo G7 sarà fondamentale per fare sì che gli impegni possano trasformarsi in azione, ossia investimenti. L’analisi di Otto Lanzavecchia
Emergenza e politiche. Pellicciari analizza il dibattito sull’immigrazione
A che punto siamo sull’immigrazione? Domanda lecita vista la presidenza italiana del G7 e dopo un 2023 che ha segnato un cambio di passo di Roma nei confronti di uno dei problemi più divisivi della recente storia politica italiana. Il commento di Igor Pellicciari, professore di Storia delle istituzioni e Relazioni internazionali presso l’Università degli studi di Urbino
Nel G7 2024 a guida italiana, clima e infrastrutture viaggeranno insieme
I grandi della terra sono consapevoli degli effetti catastrofici della mancanza di sviluppo nelle aree più povere del globo. Senza infrastrutture non c’è crescita e senza crescita non c’è futuro. Ecco perché una delle priorità della presidenza italiana del G7 è di incentivare la realizzazione di nuove infrastrutture, soprattutto energetiche, grazie al sostegno dell’Europa
Un presidio operativo sull'Intelligenza artificiale. Consigli (cyber) per il G7 italiano
Per i Paesi del G7 è fondamentale avere un presidio operativo e tecnologico sul tema dell’IA, una squadra di esperti di dimensioni adeguate ai bisogni delle filiere che si decide di presidiare. Un team che deve fare tutto il necessario per avere campioni nazionali e garantire che le infrastrutture critiche e i dati sensibili siano al sicuro. La riflessione di Barbara Caputo, docente di Machine learning e Deep learning al Politecnico di Torino
Mettere l'Africa al centro del G7. L'obiettivo di Roma spiegato da Stefanini
C’è una convergenza fra interesse occidentale ad allacciare un rapporto più stretto e cooperativo col Sud globale e italiano a farsene alfiere in veste di presidenza di turno, declinandolo verso l’Africa rimasta a lungo ai margini della globalizzazione. La collocazione geografica è felice. Non basteranno però le buone intenzioni o le belle parole. L’analisi di Stefano Stefanini, senior advisor dell’Ispi e già rappresentante permanente d’Italia alla Nato
Un nuovo rinascimento per l’IA, non a caso in Italia. Scrive Paolo Benanti
È fondamentale mettere l’uomo al centro e sviluppare un modello di riscoperta dell’umano e del suo valore nella relazione con le macchine. L’analisi di Paolo Benanti, professore straordinario della facoltà di Teologia presso la Pontificia università gregoriana e nuovo presidente della commissione AI per l’informazione
Perché le elezioni europee 2024 fanno gola agli hacker russi. La versione di Pina Picierno
In vista dei prossimi appuntamenti elettorali in Ue, la prevenzione e il contrasto alla disinformazione è una priorità assoluta. Facendo tesoro delle lezioni apprese durante la pandemia, l’Unione ha sviluppato strategie e strumenti idonei, ma il mutato contesto internazionale ha richiesto sforzi maggiori. La crescente assertività delle campagne di disinformazione sul suolo del Vecchio continente, spesso pilotate da attori esterni come Russia, Cina e Iran, ha portato a potenziare le task force già esistenti. La riflessione di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo
Gli Accordi di Abramo sono andati in fumo? Risponde il gen. Jean
Gli Accordi di Abramo si basavano sulla constatazione di un’assoluta superiorità militare israeliana e su di una ridotta capacità dei nemici interni ed esterni di Israele di provocargli danni rilevanti. Ora quella situazione è scomparsa ed è difficile che possa essere ripristinata. L’analisi di Carlo Jean, generale degli alpini in congedo e presidente del Centro studi di geopolitica economica