Avio Aero riunisce a Farnborough le istituzioni della Difesa per celebrare gli ottimi risultati del motore made in Italy Catalyst, selezionato a marzo da Airbus per equipaggiare il programma del drone europeo. Per Procacci, ad di Avio Aero, un risultato di “elevata rilevanza strategica per il posizionamento del comparto italiano nel mercato europeo della Difesa”
Difesa
Eccellenze italiane a Farnborough. Magroup cresce in UK
Magnaghi aeronautica group acquisisce la società Five Valleys Aerospace e fa il suo ingresso nel mercato dell’aerospazio e della difesa britannico. Un ulteriore risultato per il gruppo, scelta a inizio anno per fornire i carrelli di atterraggio del Defiant X, l’elicottero all’avanguardia di Sikorsky-Boeing per il programma Future vertical lift (Fvl) dell’esercito Usa
Una costellazione satellitare per tracciare missili ipersonici. La nuova iniziativa Usa
L’Agenzia per lo sviluppo spaziale del Pentagono ha assegnato a L3Harris e Northrop Grumman un contratto complessivo da 1,3 miliardi di dollari per la fornitura di prototipi di satelliti in grado di tracciare missili ipersonici in volo, una risposta alla minaccia crescente di queste armi
Fvl e Tempest, i programmi su cui puntiamo. Parola del gen. Goretti
L’Aeronautica punta sul Future vertical lift e sul Tempest per i suoi assetti del futuro. Sistemi all’avanguardia che rispondono alle necessità di inter-connettività e interoperabilità dei sistemi e degli scenari operativi del futuro. Ne parla ad Airpress il generale Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica
Nuovi F-35 per il Pentagono. Una buona notizia anche per l’Italia
Lockheed Martin costruirà per il Pentagono ulteriori 375 caccia F-35 nei prossimi tre anni. L’accordo ha avuto ricadute positive anche sull’Italia con Leonardo, che realizza a Cameri le ali per i Joint strike fighter, che sale in Borsa, anche grazie agli annunci di nuove commesse che arrivano da Farnborough
Tempest globale. Roma, Londra e Tokyo progettano il caccia del futuro
Si stringe la collaborazione nel comparto della Difesa tra Roma, Londra e Tokyo, concretizzatasi intorno al caccia di sesta generazione Tempest. Un cambio di paradigma che rappresenta una vera e propria internazionalizzazione del programma e avvicina ulteriormente la dimensione euro-atlantica all’Indo-Pacifico
Primo via libera al bilancio della Difesa Usa, ma ci sono degli ostacoli
Approvata dalla Camera degli Stati Uniti la previsione di bilancio, 840 miliardi per il 2023. Centinaia gli emendamenti discussi e approvati, tra cui diversi che limitano la capacità degli Stati Uniti di trasferire armamenti all’estero, complicando il supporto militare anche ad alcuni Paesi partner, a partire dalla Turchia. Ora si attende la versione del Senato
Unire Tempest e F-X. I piani di Londra e Tokyo per il caccia del futuro
Cresce la partecipazione del Giappone al programma per lo sviluppo del caccia di sesta generazione Tempest, a cui partecipano Regno Unito, Svezia e Italia, con la proposta di fondere la parte britannica con il corrispettivo nipponico F-X. Per i due Stati isolani si tratterebbe di ridurre i costi, per le parti coinvolte un’opportunità per accedere ai rispettivi mercati
Italia “alleato più affidabile” Usa. La missione di Guerini a Washington
Il ministro della Difesa incontra a Washington il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ottenendo l’apprezzamento americano per il ruolo italiano nella sicurezza dell’intera Alleanza Atlantica e la definizione “alleato più affidabile” degli Usa nella Nato. L’attenzione del nostro Paese al Mediterraneo è stata ribadita anche dal capo di Stato maggiore in audizione alle commissioni per il decreto missioni
La Nato si allarga e la Difesa europea rallenta. E l’Italia?
Mentre la Nato adotta il suo nuovo Concetto strategico, alle prese con la minaccia russa e, più a Oriente, cinese, la Difesa europea rallenta. Tutto questo ha profondi impatti anche in Italia, i cui richiami all’instabilità del fianco sud restano in parte disattesi e che, all’interno, vede il dibattito pubblico sempre più legato alla “pancia” del Paese. Il commento del generale Mirco Zuliani, già vice comandante di Nato Act