L’Italia si avvicina al traguardo del 2% del Pil in spesa per la difesa, in linea con gli impegni assunti in sede Nato. Tajani parla di scelta politica e strategica, in vista dell’incontro Meloni-Trump del 17 aprile. Ma nel governo convivono due approcci: Crosetto chiede più risorse dirette, Giorgetti punta a un conteggio più ampio. Intanto l’industria, con Cossiga (Aiad), chiede certezze per rispondere alle nuove sfide
Difesa
Italian readiness, in cosa consiste l’idea di una forza di reazione rapida nazionale
Nell’ambito delle discussioni annuali sulle missioni internazionali è emersa l’ipotesi di dotare l’Italia di una forza ad altissima prontezza operativa di circa tremila unità. L’iniziativa, modellata sulle forze di reazione rapida della Nato, costituirebbe uno strumento di intervento in caso di crisi ed emergenze, in Patria come all’estero. Se realizzata, si tratterebbe di una prima volta per il Paese e costituirebbe un passaggio di fase importante per la postura regionale e internazionale dell’Italia
La Nato sceglie l’IA di Palantir per supportare le proprie operazioni. I dettagli
La Nato sceglie Palantir Technologies per equipaggiare il suo sistema centrale di Comando e Controllo. La piattaforma impiegherà l’IA generativa per processare le informazioni provenienti dal campo e delineare tempestivamente scenari e opzioni operative. Così, sui moderni campi di battaglia, alla potenza di fuoco si accosta anche la potenza di calcolo
Armi nucleari russe nello spazio? La preoccupazione di Rutte (Nato)
Il segretario generale ha espresso preoccupazione per il possibile dispiegamento di armi nucleari nello spazio da parte della Russia, che violerebbero il trattato del 1967. La Nato teme che Mosca possa utilizzare queste armi contro i satelliti, influenzando direttamente la vita quotidiana globale. Previsto un rafforzamento della sorveglianza satellitare dell’Artico da parte dell’alleanza
Un seggio per l’Europa, perché il Consiglio di Sicurezza deve svegliarsi. Scrive Volpi
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nato nel 1945 per garantire la pace attraverso l’equilibrio tra le potenze, appare oggi più come un freno che come una guida. Servono idee nuove e gesti forti. E forse il primo passo è una domanda semplice, da porre con lucidità e determinazione: a chi serve davvero, oggi, il seggio permanente della Francia? La riflessione di Raffaele Volpi
Dai kit d’emergenza alla navigazione strategica delle crisi. Di cosa ha davvero bisogno l’Ue
La nuova Strategia per l’Unione della Preparazione lanciata dalla Commissione europea, con l’invito ai cittadini a dotarsi di kit d’emergenza per 72 ore, solleva un interrogativo cruciale: possiamo davvero affrontare megashock globali e crisi interdipendenti con strumenti simbolici e reattivi? L’analisi di Patrick Trancu, consulente di gestione delle crisi e Patrick Lagadec, esperto di leadership in situazioni di crisi
A Bruxelles un’occasione per i talenti italiani nella difesa Ue. Il commento di Butticé
Aperte le candidature al posto di direttore della politica di difesa della Commissione europea. L’auspicio di Alessandro Butticé, generale della Guardia di Finanza in congedo, primo militare italiano in servizio (nel 1990) presso le istituzioni Ue e dirigente emerito della Commissione europea
Difesa europea, l’Italia tra ambizioni industriali e sfide strategiche
Se l’Italia saprà valorizzare le sue eccellenze industriali, puntare su un procurement europeo condiviso e rafforzare la sua postura politica, potrà ambire a un ruolo guida, perché la difesa comune non si costruisce solo con i trattati, ma con programmi condivisi, industria integrata e una visione strategica che, per una volta, guardi avanti. L’analisi di Roberto Arditti
Il caccia di sesta generazione franco-tedesco-spagnolo rischia di arenarsi (di nuovo)
Il programma Scaf, il progetto franco-tedesco-spagnolo per sviluppare un caccia di sesta generazione, si trova ancora una volta al centro delle tensioni industriali tra i partner. Il ceo di Dassault Aviation, Éric Trappier, ha espresso le difficoltà nel raggiungere un accordo paritario con Airbus, suggerendo la possibilità di una fuga in avanti di Parigi verso una soluzione autonoma. Nel frattempo, mentre lo Scaf vacilla, il Gcap, con la sua struttura di governance paritaria, continua a guadagnare terreno (nonché investitori)
Carri, non chiacchiere. La ricetta Leonardo-Rheinmetall che supera il progetto franco-tedesco
Prosegue spedita la collaborazione tra Italia e Germania sui nuovi mezzi corazzati per l’Esercito italiano, con Cingolani che annuncia la consegna dei primi 100 carri entro il 2029. Nel frattempo, tutto continua a tacere sul fronte del Mgcs, il supposto carro euro-franco-tedesco del futuro. In un momento in cui le contingenze strategiche impongono all’Europa un cambio di passo, il modello di collaborazione perseguito da Leonardo e Rheinmetall potrebbe rappresentare un’alternativa concreta per il futuro dell’industria della difesa continentale