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Dite a Letta che l'Italia è ancora un sorvegliato speciale dell'Ue

Il premier Enrico Letta se ne era detto convinto, durante il summit del G20 di San Pietroburgo. Ma siamo davvero sicuri che l'Italia non sia più un sorvegliato speciale? Molto più scettico, dopo gli ultimi richiami della Bce, si è mostrato oggi il commissario europeo agli Affari economico Olli Rehn, che mette in guardia il governo sul consolidamento fiscale, a…

Spesa pubblica, ecco i numeri utili per tagliarla

Spiace apprendere che il governo avrebbe scritto, in un passaggio della nella nota di aggiornamento del Def di ormai prossima approvazione, che i margini di risparmio sulla spesa pubblica appaiono via via più limitati. La spesa corrente al netto degli interessi passivi e delle prestazioni sociali era di 248 miliardi nel 2000 ed è arrivata a 365 miliardi nel 2011.…

Regno Unito, Usa e Giappone. Ecco chi cresce davvero

Il Regno Unito e l’Europa si sono unite in ritardo alla festa per celebrare la ripresa economica, anche se ora i segnali in questa direzione divengono sempre più massicci. Nel Regno Unito si continuano a constatare ostacoli piuttosto seri, ma la politica monetaria di allentamento sembra funzionare e le iniziative del Governo volte a sollevare il mercato immobiliare stanno anch’esse…

Mezzogiorno

Inno per un Sud non piagnone

Pubblichiamo grazie all'autorizzazione dell'autore il commento del professor Federico Pirro uscito sul quotidiano l'Unità di oggi. Ha ragione il Presidente Letta ad affermare alla Fiera del Levante che non riparte l’economia nazionale se non si rimette in moto il Sud. Ma bisogna intendersi bene su cosa significhi questa sua affermazione che qualche economista locale continua a interpretare (sbagliando) come un’allusione…

Lloyds, Aig, Hsbc. Quando i salvataggi salvano lo Stato

Il premier inglese David Cameron si libera si libera di un fardello importante, incassa risorse utili e mette in risalto un governo riuscito a rispettare i suoi impegni con i cittadini. Downing Street ha infatti deciso la cessione di una sua quota in Lloyds, il colosso bancario nazionalizzato nel 2008 nel pieno della tempesta finanziaria che ha sconvolto il settore bancario,…

Chi ha paura del nuovo corso della Fed

Dopo 10 anni spesi a tagliare i tassi di interesse, i mercati finanziari hanno ricevuto il segnale che, a un certo punto, le banche centrali potrebbero passare a una fase di "stretta monetaria". La banca centrale degli Stati Uniti è la prima delle grandi autorità monetarie a poter cambiare direzione in considerazione di una ripresa dell'economia statunitense che sta procedendo,…

colin crouch italia governo europa montenegro unione europea stress test

Non è necessario un partito anti euro, ma...

Sono grato a Formiche.net perché ha scelto d’essere uno dei pochi media a condurre un serio dibattito sull’euro senza gli atteggiamenti fideistici tipici della maggior parte delle testate. Proprio per questo motivo desidero puntualizzare l’analisi fatta da Edoardo Petti sui lavori che si sono svolti in occasione della presentazione del libro di Antonio Rinaldi sulla fine dell’euro (Europa Kaput, Piscopo…

Marchionne fa marcia indietro con Alfa Romeo

Alfa sì, Alfa no. Il marchio del gruppo Fiat resta in Italia, e non ci si prepara di certo a spostarne la produzione chissà dove nel mondo. Del resto, a fare la forza dei gioielli del Lingotto è la loro italianità secondo l'ad di Fiat Sergio Marchionne. Almeno oggi. Una "buona notizia" secondo il sindaco di Torino Piero Fassino, mentre…

Così Draghi prova a conquistare gli industriali tedeschi

L'eurozona deve guadagnare competitività, passando per le tre "i" di innovazione, investimenti ed incentivi. Un risultato raggiungibile, secondo il governatore della Bce Mario Draghi, solo se gli Stati si impegneranno a non ostacolare gruppi privati e progetti transfrontalieri con legislazioni, burocrazia e sistemi giudiziari anti-impresa. Del resto la mano della Bce a sostegno dell'eurozona resta, anche perché l'inflazione rimane al…

Il Portogallo spendaccione fa infuriare la Troika

Lisbona ci prova, Bruxelles si infuria. Il voto si avvicina, e il Portogallo stremato dalle misure d'austerity imposte dalla Troika (Bce, Ue e Fmi) prova ad alzare la testa proponendo un innalzamento dell'asticella sul deficit al 4,5%. Una mossa che ai signori della rigidità fiscale non piace, a maggior ragione quando il governo traballa, i tagli vengono spalmati nel tempo…

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