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Razoni grano Ucraina

Panem et pax. La diplomazia del grano prova a sbloccare l'impasse in Ucraina

Riflessioni e prospettive emerse dall’evento promosso a Roma allo Yunus Emre Institute dalle ambasciate presso la Santa Sede di Ucraina e Turchia

Droni, ritirate e parate militari. Cosa succede a Mosca

Il gruppo mercenario Wagner ha annunciato che ritirerà le sue forze da Bakhmut il 10 maggio, il giorno dopo la parata militare russa che celebra la vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. Il cielo sopra il Cremlino non è mai stato così cupo e misterioso, neanche durante i sanguinosi giorni del regno di Ivan il Terribile o delle purghe staliniane. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Comunicazione e verità in Ucraina. La storia si ripete come tragedia

Dalla negazione in Occidente del genocidio di massa voluto da Stalin negli anni Trenta alla tiepidezza odierna nella comprensione delle ragioni di Kyiv: le democrazie non vanno mai equiparate alle dittature

L'arma vincente dell'Ucraina contro la Russia. La versione di Jean

È probabile che la controffensiva ucraina riesca a ottenere un parziale successo, recuperando parte dei territori perduti. Non avrà però un esito decisivo sulla fine del conflitto, che continuerà ancora per un tempo imprevedibile. L’analisi del generale Carlo Jean

L'Italia di nuovo nel grande gioco geopolitico. Il dopo Londra visto da Checchia

“La visita a Westminster? Privilegio concesso a pochi. Vedo segnali molto importanti che mi confermano come oggi, all’interno dell’Ue, l’Italia del governo Meloni sia l’interlocutore forse più credibile per il Regno Unito oltre che essere la punta di lancia dell’atlantismo su questo lato dell’oceano, ma anche per gli Stati Uniti, in una triangolazione virtuosa”. L’analisi dell’ambasciatore, già Ocse, Nato e in Libano Gabriele Checchia

Le armi a Kiev una questione di libertà. Il messaggio di Meloni (anche) ai pacifinti-referendari

Si chiude la visita del Presidente del Consiglio a Londra, dove con Sunak emergono comuni visioni su migranti, guerra e Cina accanto alla consapevolezza che – dopo i distinguo francesi su Pechino e Taiwan – spetta a Roma ribadire l’atlantismo europeo

Bene la conferenza, ma la pace è lontana. L'Italia e il progetto Ucraina secondo Sanguini

“L’Italia è un Paese che si può fare ammirare, o meno, sulla base delle iniziative concrete che vorrà adottare. La pace? Non vedo segnali che possano far immaginare in tempi ragionevolmente brevi che la Russia intenda ritirarsi o che possa essere indotta a ritirarsi”. Conversazione con Armando Sanguini, già ambasciatore italiano in Tunisia e in Arabia Saudita e ora senior advisor Medio Oriente e Nord Africa dell’Ispi oltre che docente all’Università Lumsa di Roma

Tutte le carte di Erdogan sul tavolo elettorale turco

Investimenti, ricostruzione, gas: le prossime urne avranno un impatto significativo sotto molti profili. Attenzione alle alleanze e con l’Egitto in piedi un piano per la Libia

Perché il macronismo filo-Xi è un pericolo per l'Europa. L'allarme di Sapelli

“Il memorandum della Via della Seta? Meloni lo sconfessi. L’Ue? Un’entità a metà strada tra la Cassa del Mezzogiorno e il Gosplan sovietico. Equilibri rotti significa che nessuna grande potenza prevale sull’altra, ma crescono le potenze medie come la Turchia”. Conversazione con l’economista Giulio Sapelli

Il fronte russo-turco-cinese e la tensione nei Balcani. Come uscirne?

Secondo l’ultimo paper di Carnegie, la Russia manipola i Balcani per distogliere le risorse e l’attenzione dell’Occidente dallo spazio post-sovietico. Loperfido (FdI): “I Paesi membri rappresentano buone prassi da poter mostrare a tutti i candidati all’ingresso in Ue, anche per evitare che possano essere attratti da sirene della nuova cortina che separa la democrazia, l’Occidente e gli altri Stati, ovvero il fronte russo-turco-cinese”

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