La differenza tra la fase attuale e quelle precedenti nell’approccio italiano all’Asia Centrale è il passaggio dall’interesse alla priorità. L’Italia è sempre stata creatrice di interconnessioni globali. Attualmente stiamo recuperando e rafforzando questa nostra storica vocazione. Conversazione con il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli
cirielli
Accordi, firme e impegni. Tutto sul forum Italia-Turchia
Durante il vertice sono stati siglati una serie di accordi e Memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione bilaterale, con in primis lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali, alla luce del fatto che, come più volte osservato, l’Italia si conferma il primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo e il secondo in Europa. Energia, interconnessioni e difesa sono i tre macrotemi nevralgici che si snodano sull’asse Roma-Ankara, a cui seguono infrastrutture, trasporti, aerospazio, archeologia e sport, visto che le due nazioni organizzeranno congiuntamente gli Europei di calcio del 2032
Come migliorare le politiche italiane sull'Asia centrale
Il viceministro degli Esteri Cirielli a Strasburgo delinea come il governo intende rafforzare la cooperazione in un’area dall’importanza crescente nelle dinamiche geopolitiche ed economiche globali. Kazakhstan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Tagikistan sono partner naturali per l’Unione Europea. E l’Italia vanta già numerosi progetti
Geopolitica e sicurezza, il dossier migranti secondo Ecr
“Se passa il principio che non esistono più i Paesi terzi sicuri in cui rimpatriare gli immigrati irregolari, vorrà dire che né Italia, né Francia, la Slovacchia o Finlandia, potranno più rimpatriare un solo clandestino”, ha detto Fidanza. Al seminario di Ecr a Strasburgo presente il viceministro Cirielli.
Italy for Gaza. Il marchio di Roma sulla ricostruzione della Striscia
Tajani e Bernini in Israele, Cirielli in Oman. Così si distende la strategia internazionale di Roma, che segue da un lato l’inclinazione italiana ad essere prima cooperatrice alla voce aiuti umanitari e al contempo proseguire nella costruzione di uno status geopolitico certificato
Piano Mattei, tutte le sinergie del sistema Italia per la fase due
Due eventi nelle stesse ore a Roma illustrano la portata del progetto italiano: il Forum Italia Africa Business Week alla Farnesina e un seminario promosso da Confindustria Assafrica & Mediterraneo. Cirielli: “Alla base del progetto c’è uno spirito che è il cuore vero del Piano Mattei, una grande sfida geopolitica ed economica”
Più investimenti tra Italia e Libia (anche) grazie al Piano Mattei
Pichetto incontra Sadiq a Tripoli, Fontana riceve Saleh a Roma, Cirielli inaugura l’hub internazionale per la formazione a Bari: l’intreccio italo-africano (in primis con la Libia) è un jolly che il governo sta giocando grazie al Piano Mattei, nella consapevolezza che il nord Africa che si affaccia sul Mediterraneo (deifnito “globale” da Giorgia Meloni) è area centrale, non solo geopoliticamente.
Med Dialogues, per il futuro serve una politica energetica comune
Iniziati oggi i Med Dialogues dell’Ispi. Il viceministro degli Esteri Cirielli: “Nonostante il fiume di denaro verso l’Africa dall’Occidente i risultati non ci sono stati: se cresce l’Africa cresce l’Europa e cresce anche il Medio Oriente”
ll futuro è l'Africa. Le opportunità passano (anche) dal Piano Mattei
Piano Mattei e G7 sono intimamente legati dalla spinta che il governo italiano ha inteso dedicare al tema africano, sia nell’evento di Borgo Egnazia sia in occasione del Vertice Italia-Africa dello sorso gennaio a Roma. È chiaro che se istruzione e formazione, due punti fondamentali del Piano Mattei, riusciranno a dare i frutti sperati per i giovani africani, anche il contesto europeo ne sarà influenzato
Italia globale. La missione di Cirielli in Moldavia
Roma e Chisinau parlano la stessa lingua anche dal punto di vista delle alleanze strutturali: non sfuggirà che dopo l’invasione russa dell’Ucraina la Moldavia è diventata un soggetto che nell’Europa orientale è di fatto quello più prossimo ad una potenziale invasione o, quantomeno, ad un coinvolgimento rispetto al conflitto in corso, senza dimenticare la regione separatista della Transnistria