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Non solo firme. La giornata di Meloni in Egitto parte della ricostruzione di Gaza

Un apporto, quello italiano, particolarmente apprezzato dal presidente Trump che ha definito Meloni “una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”. L’occasione per Giorgia Meloni è stata utile anche per discutere con il Presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi di una serie di aspetti interconnessi al rilancio di un processo politico che conduca ad un quadro di pace: l’Italia ha da giocare in questo senso la carta del Piano Mattei, che tocca i confini fisici e politici della questione, non fosse altro perché lambisce quei paesi che confinano con l’area o questione

Piano Trump per Gaza, il filo italiano e la prospettiva nel Golfo

Il coinvolgimento di due attori primari come i Paesi del Golfo e il ruolo incarnato da Blair potrebbe rivelarsi un jolly vincente. Non a caso il governo di Roma dialoga con entrambi da tempo, sia per allargare sistematicamente il proprio raggio di azione sia per essere ben presente nei tavoli che contano

Perché il riarmo turco spaventa Grecia e Cipro

L’industria turca della difesa sta attraversando una fase di vitalità oggettiva, puntando a una maggiore autosufficienza rispetto al passato, ciò inquieta Atene e Nicosia che corrono ai ripari con nuovi sistemi israeliani. Il gas resta il convitato di pietra: la compagnia statunitense Chevron si sta muovendo per i blocchi offshore a sud di Creta, dopo aver concluso un accordo con un partner israeliano per un novo gasdotto fino all’Egitto

Così il gas israeliano risolve la crisi di Egitto e Giordania

Esiste una stretta connessione tra l’economia e gli sviluppi geopolitici: l’accordo in questione tra stato e aziende private rappresenterà un supporto oggettivo, anche ad appannaggio del Cairo. Oggi la novità è rappresentata dalla firma di un accordo tra Chevron e l’operatore statale Israel Natural Gas Lines per dare il via alla costruzione di Nitzana, gasdotto che trasporterà il gas dal giacimento Leviathan fino in Egitto…

Accordo sul gas tra Israele e Azerbaigian. Cosa può cambiare nel Mediterraneo

Accordo sul gas offshore tra Israele e l’azera Socar, modello di alleanze che può dare cenni di stabilità in un contesto al contempo strategico e altamente permeabile alle influenze esterne

Non solo Gaza, tutte le preoccupazioni sulla crisi in Siria

Erdogan, già legato al governo di transizione, sta impiegando numerosi mezzi e uomini per sostenere l’unità territoriale, fornendo interventismo contro le Ypg. Queste ultime incarnano il braccio siriano del gruppo terroristico Pkk, che il presidente turco ha silenziato tramite le pressioni su Ocalan. Un puzzle che in Siria avrà un punto di caduta significativo. E la reazione di Netanyahu non si fa attendere

Energia e guerra. Ecco perché il no al gas israeliano potrebbe aiutare la Russia

Se l’Egitto proseguisse sulla strada del no al gas israeliano, aumenterebbe al contempo le preoccupazioni americane sul possibile riavvicinamento a big player come Cina e Russia. Questo elemento riguarda anche le cancellerie europee, perché se è vero che Il Cairo è in trattative con Mosca per la realizzazione di terminali di gas naturale liquefatto sul territorio egiziano, davvero si rischierebbe di far rientrare quest’ultima nella partita energetica

Cos’è il Cyber Dome a cui lavorano Germania e Israele

La Germania, forte della sua storica alleanza con Israele, intende creare un Cyber Dome attraverso un centro di ricerca cibernetica congiunto e un piano in cinque punti che rafforza le difese informatiche, l’intelligence, la protezione anti‑drone e i sistemi di protezione civile, per rispondere alle nuove minacce globali

Il capo rompe il silenzio. Così il Mossad rivendica il successo contro l’Iran

Per la prima volta, Barnea interviene pubblicamente sull’operazione condotta in Iran. Con parole dure e toni strategici, rivendica i risultati ottenuti grazie a infiltrazioni, droni e intelligence. Focus ora sulla prevenzione e sulla pressione diplomatica nella regione

Il legame tra Hezbollah e l’Iran si sta incrinando? L’analisi del prof. Teti

Di Antonio Teti

Recenti attacchi a installazioni iraniane non hanno visto una risposta militare da parte di Hezbollah, che ha preferito limitarsi a dichiarazioni di solidarietà. La scelta riflette vulnerabilità strategiche e l’attuale priorità del gruppo: la propria sopravvivenza. L’analisi di Antonio Teti, professore dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara

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