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Messaggio in farsi. Israele invita gli iraniani a contattare il Mossad

Le Forze di difesa israeliane, ispirandosi alle ultime iniziative di reclutamento dell’intelligence americana, hanno diffuso un insolito appello in lingua farsi: “Cara popolazione iraniana, se avete paura, contattate il Mossad”. L’iniziativa mira a innescare una guerra psicologica e sfruttare la crisi mediorientale per operazioni di intelligence. Teheran, dal canto suo, ha risposto con arresti e limitazioni di internet, accusando presunti agenti esterni di seminare il panico

Israele-Iran, quale spazio per la mediazione italiana? Scrive l’amb. Castellaneta

Israele ha sferrato un’offensiva mirata contro l’Iran, andando oltre una semplice azione preventiva. L’obiettivo sembra essere un cambio di regime a Teheran, mentre gli ayatollah cercano ad ogni costo di garantire la propria sopravvivenza. L’Italia potrebbe giocare un ruolo chiave come mediatrice per evitare un conflitto irreversibile. Il commento dell’ambasciatore Giovanni Castellaneta

Dentro il territorio nemico. Il piano del Mossad che ha colpito il cuore militare dell’Iran

Venerdì ha preso il via l’operazione Rising Lion, una massiccia offensiva congiunta di Mossad e forze armate contro obiettivi militari e nucleari iraniani. Il successo dell’attacco, definito il più grave subito dall’Iran dal conflitto con l’Iraq, deve molto a una rete di basi clandestine insediate da anni all’interno del Paese

Israele-Iran, anatomia di un attacco senza precedenti. Parla Trenta (Swansea)

Operazione con bombardamenti aerei, droni e azioni clandestine del Mossad. Nel mirino basi, impianti nucleari e leadership. Gravi le carenze tecnologiche e di controspionaggio di Teheran, spiega il professor Luca Trenta (Swansea University)

La guerra israeliana è ripartita da Gaza. Il punto con Dentice

Dopo venti mesi di guerra, Dentice (OsMed) evidenzia come si sia arrivati in una fase di ritorno all’origine: la dimensione regionale quasi sullo sfondo rispetto alle dinamiche interne alla Striscia di Gaza e Cisgiordania, con la frattura interna a Israele che “non è un fronte separato, ma parte dello stesso problema esistenziale che oggi Israele si trova ad affrontare”

Cosa sta succedendo con la nomina del capo dello Shin Bet

Ronen Bar ha rassegnato le dimissioni, effettive dal 15 giugno, dopo che la Corte suprema aveva sospeso il suo licenziamento. Al suo posto Netanyahu ha scelto il maggiore generale David Zini, mossa che ha riacceso tensioni tra vertici militari e politici sul processo di nomina. È intervenuto pubblicamente anche il capo dello Stato

Magistratura e Hamas, le spine di Netanyahu (che incassa il sostegno di Trump)

Il rinnovato filo di Bibi con la Casa Bianca si intreccia al tavolo diplomatico sull’Iran, mentre il governo israeliano non cessa di combattere Hamas. Nel mezzo il caso Bar, che fa gridare al colpo di Stato perché l’entourage del primo ministro non crede che lo stop della magistratura sia casuale

Netanyahu ci ripensa. L’interim dello Shin Bet al numero due

Il premier ci ripensa dopo le critiche dei partiti: il viceammiraglio Eli Sharvit non prenderà il posto di Ronen Bar. In attesa della nomina le redini passano all’attuale numero due, noto soltanto come Shin

Perché Netanyahu vuole silurare il capo dello Shin Bet

Il premier israeliano ha annunciato l’intenzione di chiedere la rimozione di Ronen Bar. La decisione solleva interrogativi legali e politici, con forti critiche sia dall’opposizione sia dall’avvocatura generale

Dal Mediterraneo al Golfo, Centemero spiega come sarà la piccola Onu a guida italiana

Il deputato leghista è il nuovo presidente dell’ Assemblea parlamentare del Mediterraneo per il biennio 2025/2026: “Da un punto di vista italiano continueremo a lavorare anche sul versante economico: abbiamo impostato un forum economico che si tiene a Marrakech dove le aziende e le istituzioni italiane hanno un posto d’onore. Svilupperemo ulteriormente questi aspetti che considero fondamentali anche nell’ottica del Piano Mattei”

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